ItaliaOggi, 4 giugno 2019
Diritto & Rovescio
Paolo Rodari di Repubblica, inviato al seguito di Papa Francesco, rileva, molto puntualmente, che «in modo singolare, anche in Romania, come già nei recenti viaggi nell’Est Europa e nei Paesi Baltici, il Papa non usa mai direttamente il termine ’’comunismo’’ ma parla piuttosto di ’’regime dittatoriale e ateo’’». Il comunismo non è un termine inventato dagli avversari del comunismo ma è il termine che i comunisti stessi avevano attribuito al loro movimento. È un marchio di fabbrica. Che poi il comunismo, con tutti i suoi eccidi, i suoi genocidi e le sue repressioni (basterebbe ricordare i gulag dai quali milioni di persone non tornarono) sia stato una piaga immane nella storia dell’umanità, questo è un fatto che non si cancella con gli eufemismi. Oltretutto i rumeni, oltre che i paesi dell’Est Europa, si sono liberati dalla dittatura comunista. Ricordare loro che ce l’hanno alle spalle, significa onorare le loro sofferenze e le battaglie da loro fatte per la loro libertà attuale. La dittatura va chiamata col suo nome. Altrimenti, anche se non si vuole, si sta dalla sua parte.