la Repubblica, 4 giugno 2019
Lo schermo nero di Apple
SAN JOSÈ (CALIFORNIA) – I riflettori sono spesso puntati sull’ultimo smartphone o il gadget appena lanciato. Quasi mai su cosa davvero anima questi prodotti cui di fatto affidiamo la nostra esistenza. Sono in realtà i sistemi operativi e le applicazioni che rendono possibile tutto quel che oggi sembra irrinunciabile, dal saltare la fila alle Poste all’organizzare la giornata, il lavoro, le vacanze e il divertimento. Tradotto in software, nelle app è racchiusa buona parte della nostra vita, con la memoria e le informazioni personali. A questo ecosistema Apple ha dedicato quasi per intero la Wwdc (Worldwide developer conference), la conferenza mondiale degli sviluppatori quest’anno in scena a San Josè, in California. È l’evento clou che dagli anni 90 l’azienda della Mela dedica ai suoi prodotti e al loro sviluppo. Nel solco della tradizione, durante le oltre due ore di keynote in pieno stile Steve Jobs, l’azienda di Cupertino ha mostrato le versioni aggiornate di iOS, il “cuore” software di iPhone e iPad ora declinato in MacOS, WatchOS e TvOS, versioni del sistema operativo create su misura per il Mac, l’Apple Watch e l’Apple Tv. Sul palco Tim Cook, numero uno della società, per mostrare come i dispositivi Apple acquisteranno capacità inedite, necessarie per un mercato saturo (soprattutto quello degli smartphone) che non lascia spazio se non a chi è in grado di conquistarlo con idee che davvero possano funzionare. Per questo la tecnologia di Cupertino diventa sempre più “personale”, creata su misura dell’utente, L’obiettivo dunque è imparare a conoscerci ancora più da vicino. Il Watch, ad esempio, già orientato alla salute e allo sport, adesso potrà monitorare il ciclo mestruale e persino ascoltare il rumore ambientale per dirci se è troppo alto e in che modo potrebbe danneggiare il nostro udito. L’iPhone guadagna invece un dark mode, la modalità scura che inverte i colori dello schermo per affaticare meno la vista e ridurre il consumo di batteria, almeno sui dispositivi con display Oled. La vera rivoluzione però è riservata all’iPad, che conquista il suo sistema operativo (iPadOS) assomigliando sempre più al computer grazie a comandi tattili avanzati. Anche per i Mac le novità sono sostanziose, una su tutte, l’iTunes che non c’è più, anzi, si fa in tre: Music, Podcast e Tv, tre app che si suddividono il lavoro e fanno sempre più cose. Craig Federighi, presidente dell’area software di Apple, ci scherza su: «Avremmo potuto metterci persino un calendario». Ma nella narrazione software della Mela c’è posto anche per l’hardware, e così arriva sul palco il nuovo Mac Pro, più che un computer dall’architettura modulare rinchiusa in uno chassis metallico cromato, una “bestia” di potenza che arriva fino a 1,5 terabyte di memoria e 24 core Xeon di elaborazione, con un monitor all’altezza, il Pro Display XDR. Prodotti che al momento non hanno concorrenti sul mercato, workstation ultraprofessionali e potentissime con prezzi che partono da 5999 dollari per il computer e 4999 per il display. Sembrano inarrivabili ma sono già realtà, insieme a tutte quelle app che ci cambiano la vita.