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 2019  giugno 03 Lunedì calendario

VOLTA LA CARTA: ECCO CHI È LA DONNA CHE ACCOMPAGNAVA IL CANTANTE ALLA RINASCENTE DI MILANO: E’ UN INFERMIERA CHE LAVORA ALL'OSPEDALE DI CAGLIARI. CON CARTA SI CONOSCONO DA ANNI - I DUE  SONO STATI FERMATI MENTRE USCIVANO DAL NEGOZIO CON SEI MAGLIETTE SENZA L’ANTITACCHEGGIO. LUI È STATO RINVIATO A GIUDIZIO, LA DONNA È STATA ARRESTATA - "IO NON HO FATTO NIENTE", LA SUA DIFESA -

La donna che ha accompagnato Marco Carta alla Rinascente ed è stata poi arrestata con lui per il furto di sei magliette è un’infermiera professionale. Fabiana Muscas lavora all’ospedale Brotzu di Cagliari, nella divisione cardiologia. «È lei, l’abbiamo riconosciuta nelle immagini in televisione mentre usciva dal tribunale» così alcuni suoi colleghi. Ha lavorato fino a giovedì, poi alla fine del turno ha preso un aereo e ha raggiunto Carta a Milano. Si conoscono da anni, lei era una fan accanita e dopo la vittoria al Festival di Sanremo la frequentazione fra i due è diventata amicizia. Nata nell’ottobre 1966, diploma, ottime referenze, carattere non facile. «È una donna decisa, rapporti a volte spigolosi con gli altri operatori sanitari», dicono in reparto.  Della divisione cardiologia è stata coordinatrice dell’équipe infermieristica, ha partecipato come tutor a numerosi eventi formativi e a congressi scientifici, con relazioni sul ruolo e i compiti del personale infermieristico nei programmi di riabilitazione dopo eventi cardiovascolari. Ha avuto anche parte attiva nel sindacato, iscritta alla Cisl (ora non più) e nella lista per l’elezione della rappresentanza sindacale aziendale. Negli ultimi tempi aveva manifestato il proposito di andare via da Cagliari. Sembra confermarlo anche la partecipazione a una recentissima selezione all’Azienda ospedaliero universitaria Sant’Andrea di Roma. Il suo nome figura nella graduatoria degli idonei a un concorso di mobilità per collaboratori sanitari professionali. Ad amici che hanno cercato di contattarla dopo la disavventura alla Rinascente, laconiche risposte:«Non ho fatto niente»