Corriere della Sera, 3 giugno 2019
Intervista a Natalie Oliveros, lady Ferrari
Quando Natalie Oliveros arriva alla serata di gala a Montalcino, i 450 attovagliati ammutoliscono. Tubino nero, trucco da star, capelli biondi e tatuaggi. Il più lezioso è una farfalla dietro l’orecchio destro. Nel borgo toscano che sa essere ruvido come il suo Sangiovese, Natalie è considerata una (bellissima) marziana. Non perché è una produttrice di vino straniera. Piuttosto perché è un’ex attrice a luci rosse. Nome d’arte, Savanna Samson. Esordio con Rocco Siffredi «per regalare un film a mio marito». Poi dieci anni di pellicole hard, fino a diventare una star. Dal luglio scorso la chiamano Lady Ferrari. Perché il compagno è Louis Camilleri, amministratore delegato della casa automobilistica di Maranello, il successore di Sergio Marchionne.
Sorridenti, Camilleri e signora entrano sottobraccio alla cena nel chiostro di San Antonio. Dietro di loro, una scia di mormorii. Se ne vanno dopo la seconda portata. Sui tavoli resta il vino della tenuta di Natalie: Rosso e Brunello La Fiorita. La prima annata venne acquistata in blocco dall’Enoteca Pinchiorri, forse la migliore cantina del mondo.
Lei e Camilleri siete soci alla Fiorita?
«Lui è il mio partner silenzioso», si schermisce Natalie.
Come è nato il progetto del vino?
«La Fiorita nasce con tre amici, l’enologo Roberto Cipresso e altri due investitori nel 1992, a Castelnuovo dell’Abate, partendo da un vigneto di mezzo ettaro. Nel 2011 gli investitori hanno lasciato, io sono rimasta».
Lei lavora tra le vigne?
«L’anno scorso ho seguito anche l’imbottigliamento con mio figlio Luchino (il nome è un omaggio a Visconti)».
Diventerà un vignaiolo?
«Vuole diventare regista, studierà a New York».
Come è stata accolta a Montalcino?
«Tutti sono stati così gentili con me. Sono felice, i volti sono diventati familiari. La lingua può essere una barriera. Non vedo l’ora di riuscire a parlare meglio l’italiano. Devo solo rilassarmi e provarci. L’italiano è così bello».
Qualcuno le chiede mai notizie sul passato di attrice?
«In realtà raramente. Spesso alle fiere del vino, però, arrivano dei curiosi che vogliono un selfie con me. Dopotutto sono passati 9 anni da quando ho girato il mio ultimo film. Ora la mia vita e il mio futuro sono l’azienda La Fiorita e la produzione di buoni vini».
Quanti film ha fatto?
«Sono stata sotto contratto con la Vivid Entertainment per soli 6 film all’anno. Ho realizzato circa 70 film. Ma Vivid ha venduto spezzoni con le mie scene per le compilation. Quindi Dio solo sa quanti siano effettivamente i film in cui compaio».
Quali sono i suoi amici tra i produttori di Brunello?
«Il primo a farmi entrare nel mondo di Montalcino è stato il conte Francesco Marone Cinzano. Poi Jacopo Biondi Santi, Massimo Ferragamo che possiede la cantina Castiglion del Bosco, i marchesi Frescobaldi, e l’ex presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci. Mi piace lo stile di Mastrojanni, la cantina di Andrea Illy».
Di cosa si occupa?
«Sono la brand ambassador della Fiorita. Giro il mondo. Vendiamo il 60% delle nostre 28 mila bottiglie negli Stati Uniti».
Qual è lo stile del Brunello?
«Sto iniziando ora a dare la mia impronta. Mi piacciono Brunello non legnosi. Voglio portare le qualità della terra nel bicchiere. Sto abbandonando le barriques a favore delle botti grandi. Il vino è più puro».
Adesso che Camilleri si occupa della Ferrari, viene più spesso a Montalcino?
«Vengo 6 o 7 volte l’anno a seguire la vendemmia. E per controllare la costruzione della nuova cantina. Sarà pronta per la prossima vendemmia».
Qual è la sua idea del vino?
«Il vino è come la donna: è difficile, sensibile, delicato. E, come una donna, vale sempre la pena di scoprirlo».
Cosa producete?
«Abbiamo 7 ettari, le vigne si chiamano Poggio al Sole e Pian Bossolino. L’ultima annata sul mercato, la 2014, è andata meglio del previsto, anche grazie all’enologo Maurizio Castelli. Oltre a Rosso e Brunello, anche in versione Riserva, stiamo preparando un nuovo vino. Ma voglio mantenere il mistero».
Come ha scoperto il vino?
«Viaggiando per piacere tra Italia e Francia. Quando ero bambina la mia famiglia produceva vino in un garage. Mia nonna era calabrese. In fondo sono tornata alle origini. E non farò più film per adulti».