Anteprima, 3 giugno 2019
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Biografia di Frank Lucas
Frank Lucas (1930-2019). Il re del narcotraffico afroamericano che ispirò l’American Gangster di Ridley Scott. Andrea Cuomo: «Il mondo del crimine saluta Frank Lucas, che inondò la New York degli anni Settanta di droga, finendo per guadagnare un milione di dollari al giorno. Lucas è stata una figura fondamentale nella vita quotidiana della New York della prima metà degli anni Settanta, la “fear city”, la città della paura, come la definiva un volantino che agenti in borghese distribuivano a chi arrivava in un luogo che anche al cinema era narrato con il volto feroce di Robert De Niro, lo psicopatico Travis Bickle di Taxi Driver di Martin Scorsese. Di questa New York inquietante e laida, che da un lato inaugurava orgogliosa la turgida verticalità delle Torri Gemelle e dall’altra viveva incubi collettivi come il grande blackout del 13 e 14 luglio 1977, Lucas era uno dei sindaci sotterranei. Nato il 9 settembre 1930 a La Grange, una cittadina della Carolina del Nord, si era trasferito da bambino ad Harlem, il quartiere nero di Manhattan, a nord di Central Park […]. Qui aveva fatto la sua gavetta di malvivente, diventando l’autista e poi il delfino di Ellsworth “Bumpy” Johnson, il nero che controllava il giro dell’eroina nella Grande Mela Marcia. Quando nel 1968 “Bumpy” morì e si aprì la corsa alla sua successione sul trono del narcotraffico, fu Lucas a imporsi con studiata strategia. Un successo contrastato da molti ma legittimato poi da una magnifica diabolica idea: importare la droga direttamente dal Sud-Est asiatico per poterla immettere sul mercato più pura e più a buon mercato. Erano anni in cui New York galleggiava su un mare di “Blue Magic”, così lo stesso Lucas aveva ribattezzato il suo prodotto. Anni di potenza assoluta per Lucas, che però commise l’ingenuità di presentarsi a un incontro di boxe, Ali-Frazier, al Madison Square Garden, con un cappotto e un cappello di cincillà. Due capi da 125mila dollari, vistosi e orribili, che gli attirarono antipatie e le attenzioni non gradite dell’ispettore capo della polizia Richard M. “Richie” Roberts, che con un lungo lavoro investigativo riuscì a incastrare il boss e a farlo condannare a 70 anni di carcere […]. Nei primi anni Novanta Lucas uscì di galera e da allora visse a Newark occupandosi di filantropia. Un angelo in sedia a rotelle nel corpo che fu di un diavolo» [il Giornale].