il Fatto Quotidiano, 2 giugno 2019
De Magistris chiama Fico: «Tu sindaco, io governatore»
Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, è nato a Napoli.
Luigi De Magistris manda un messaggio ai Cinque Stelle, senza tanti giri di parole: “Non vi chiudete, ritornate al civismo. Pensate alla possibilità di far nascere coalizioni civiche locali, poi magari anche nazionali. Io sono pronto a impegnarmi per un vero schieramento di rottura. Loro si stanno lasciando fagocitare dalla Lega, prima o poi dovranno fare una riflessione seria”.
Sindaco, la discussione nel Movimento c’è stata e ha confermato Di Maio.
Di Maio ha fatto un capolavoro… ha avuto la capacità di polverizzare un consenso clamoroso, quello del 4 marzo. Specie al Sud quello per i 5Stelle era un voto fresco, pulito, di gente che voleva dire basta a Renzi e Berlusconi.
E poi?
Poi col contratto di governo e con quello che ha combinato quest’anno, Di Maio ha ripulito l’immagine di Salvini. Ha fatto dimenticare che il leghista – politicamente parlando – è uno dei più vecchi uomini di partito in Italia. E invece ora sembra uno nuovo. Di Maio ne è stato lo sgabello: il capo della coalizione è il leghista.
In campagna elettorale però l’ha attaccato ferocemente. Non basta?
Anche sulla questione morale il discorso non regge. Nei comizi Di Maio ha detto che bisogna scegliere tra chi prende tangenti e chi è onesto, ma è difficile essere credibili. Non solo perché anche i 5Stelle a livello locale hanno avuto i loro guai, ma soprattutto perché continuano a tenere in vita il contratto con un alleato opaco, che ha sottosegretari e ministri coinvolti in indagini, gente accusata di tangenti… Se Di Maio pensa quello che ha detto deve rompere il contratto. E dire: “Ci fermiamo qui, noi siamo altro”.
Al Sud i Cinque Stelle sono ancora forti.
Il 4 marzo hanno avuto un consenso enorme e in parte il loro bacino elettorale è ancora nel Mezzogiorno. Ma hanno deluso: pensiamo ai beni comuni, all’Ilva, alla Tap. Hanno consegnato il Paese al ministro più anti-meridionale della storia d’Italia. Salvini ora si traveste da leader nazionale, ma resta quello che faceva i cori contro i napoletani.
È chiaro che lei si rivolge a Roberto Fico per cambiare il M5S e trovare un’intesa.
Io mi rivolgo allo spirito originario del Movimento, a quello che diceva di voler essere. Per Fico in questo momento è più semplice, da presidente della Camera è più libero di smarcarsi da un’alleanza che non condivide e sa non essere condivisa da molti militanti. Bisogna vedere fino a che punto Fico possa cambiare i loro equilibri interni. E poi anche noi dovremo fare le nostre valutazioni. Io non riuscirei a fare una coalizione regionale con i Cinque Stelle ma poi fare un comizio con Di Maio che nel frattempo è alleato di Salvini.
Sta invitando i Cinque Stelle a cambiare leader?
Penso che debbano rompere il contratto con Salvini e allearsi con forze politiche coerenti e credibili. E non sto parlando certo del Pd.
Si è incontrato con Fico di recente?
Ci siamo visti diverse volte in contesti istituzionali. Ritengo che nelle prossime settimane un incontro con lui sia nell’ordine delle cose. Siamo tutti e due napoletani, abbiamo espresso posizioni molto spesso simili su questioni locali e nazionali. Le prossime settimane saranno decisive per il governo nazionale. E poi c’è la Campania, dove si vota tra un anno. Le destre in autunno probabilmente vinceranno in Calabria ed Emilia Romagna. La Campania potrebbe essere l’ultimo baluardo, come la linea del Piave o le quattro giornate di Napoli. Potremmo sconfiggere Salvini e De Luca, costruire un modello politico diverso.
Uno scenario con Fico sindaco di Napoli e lei presidente della Campania è fantapolitica?
È una domanda ricorrente in città, tra gli osservatori politici ma anche tra i cittadini. Oggi può sembrare fantapolitica, se lo chiede a Fico le dirà che non è possibile, Di Maio meno che mai. Ma se lo chiede al cittadino napoletano e campano le dirà che non sarebbe poi tanto male…
Lei vede praterie nel deserto della sinistra italiana…
La proposta della sinistra alle Europee non era convincente. Noi a Napoli abbiamo creato un laboratorio: fare cose di sinistra ma parlare a un mondo molto più largo; molto movimento e poca ingessatura, capacità di governo e rottura di sistema. E poi serve un leader forte e credibile.
Zingaretti è credibile?
È una persona con cui si può dialogare, un democratico. Ma è un uomo di sistema, di apparato. Penso alla Campania, dove si appoggia acriticamente a De Luca. Come può rappresentare una novità?
A proposito di sinistra e leader… il “comandante” Sarri se ne va alla Juventus?
È un grande dolore. So che è un professionista, ma da tifoso e militante di Sarrismo e rivoluzione (la pagina Facebook dedicata all’allenatore, ndr)… fa davvero male. Molto più del tradimento di Higuain. Sarà difficile superarlo, è una gastrite calcistica.