la Repubblica, 2 giugno 2019
Il guardaroba di Claudia Cardinale da Sotheby’s
Lo ha già fatto Catherine Deneuve, lo fece a suo tempo lady Diana. Lo fanno dive e principesse quando s’accorgono che gli armadi sono troppo gonfi, o quando si rendono conto che quell’abito da sera non lo indosseranno mai più. Vuoi per fare cash, vuoi per far posto nel guardaroba, le grandi star mettono all’incanto i loro vestiti più celebri. A 81 anni, dopo molto esitare, Claudia Cardinale si è decisa al gran passo, invogliata forse dalla cifra tonda incassata dalla Deneuve a gennaio: 900 mila euro tasse incluse.
Svuota gli armadi e anche i bauli la Cardinale, i cui abiti che Sotheby’s sta per mettere in vendita sono stati divisi in ben 130 lotti fra tailleur, vestiti da sera, cappotti, accessori, firmati da Capucci, Schuberth, Balestra e altri. Tra i capi iconici il pigiama palazzo della Galitzine in shantung avorio ricamato con perle indossato in La pantera rosa, il vestito da cocktail tempestato di petali firmato da Nina Ricci che la Cardinale sfoggia ne Il magnifico cornuto, il cappotto di pelle esibito in Una coppia non ordinaria con Rock Hudson, il costume da bagno Cole of California indossato in Né onore né gloria con Alain Delon, l’abito lungo di paillettes nere con scollatura da infarto creato da Nina Ricci, che la Cardinale indossò alla cerimonia degli Oscar accanto a Steve McQueen nel ‘65. L’asta si terrà solo via web dal 28 giugno al 9 luglio. «Se tutti conosciamo l’icona glamour degli anni 60 e l’attrice di film diventati pietre miliari, conosciamo meno l’appassionata di moda – fa sapere Sotheby’s – Ed è questo “giardino segreto” che viene svelato oggi».
Un giardino segreto dove c’è posto per tutto, dove i vestiti di scena sembrano sovrapporsi a quelli privati e viceversa. Nei suoi anni d’oro la Cardinale ha sempre avuto un misterioso dono, che certo l’aiutava a entrare nel personaggio. Riusciva a indossare gli abiti di scena come fossero usciti dal suo armadio: la gonna a ruota e il bolerino scollato de La ragazza con la valigia, il corsetto di cuoio di C’era una volta il West, persino l’abito da ballo più strizzato in vita che si sia mai visto, indossato nel Gattopardo.
Più che per l’eleganza – non è mai apparsa una fanatica della moda – la Cardinale è sempre stata famosa per la sua bellezza, che faceva ombra a qualunque abito. «La più bella invenzione italiana dopo gli spaghetti», la definì David Niven. Mi raccontò, a 60 anni già compiuti, che il segreto della sua forma è sempre stato mangiare poco: «Faccio moto, da ragazza ero un’atleta, campionessa di pallavolo e di basket, cammino. Un altro segreto forse è che mangio poco, più che altro assaggio. Una forchettata di questo, un pezzettino di quello. Basta. Detesto alzarmi da tavola con quel senso sgradevole di sazietà». Ma attenzione: la bellezza, ripeté la diva, è un dono avvelenato. I consigli di seduzione più sottili le sono venuti da Luchino Visconti: «Ricorda,devi separare la bocca dagli occhi. Gli occhi devono dire esattamente l’opposto di quello che stai dicendo con le parole». Forse in questa ambiguità risiedeva il segreto del suo sex appeal, del tutto indipendente dagli abiti che indossava. «Visconti mi ha insegnato moltissime cose. Mi diceva: Claudia, quando arrivi non arrivare a piccoli passi, devi prendere possesso del terreno come una pantera. Tutti pensano di te che sei una gattina. Invece sei una pantera, una tigre, una che, se vuole, divora il domatore».
Mentre girava un film importante, le capitò di sembrare nuda anche quando era vestita: «Ai miei tempi ho sempre detto no, quando volevano che mi spogliassi sul set. Mi sembrava di vendere il mio corpo. Anche in quelle inquadrature in Vaghe stelle dell’Orsa di Visconti in cui sembro nuda, lo era soltanto la schiena. Credo che quel che conta sia far sognare. Suggerire senza far vedere: è molto più erotico». E a quel punto gli abiti non servono più.