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 2019  giugno 02 Domenica calendario

Zingales: «Il problema è la crescita, non il disavanzo»

«La situazione dell’Italia è quella degli equilibri multipli: se tutti pensano che ce la faremo allora ce la faremo, viceversa se tutti pensano che non ce la faremo andrà in questo modo. Stiamo giocando col fuoco. E abbiamo un’istituzione europea senza un meccanismo automatico di salvaguardia», spiega Luigi Zingales, 56 anni, economista alla Booth Scuola di business dell’Università di Chicago.
Professore, l’Italia è a rischio crisi come nel 2011?
«In una situazione di equilibri multipli quel rischio è sempre presente. Basta qualsiasi cosa per aggravare la situazione. Certo, le frasi dei membri del governo spesso non aiutano. Rischiamo dunque una crisi del debito per quelli che Keynes chiamava “animal spirits” (spiriti animali, ndr). Va poi detto che c’è una parte di Italia che tifa per lo spread».
Il differenziale tra i titoli di Stato italiani e tedeschi resta intorno ai 290 punti. Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha ricordato quanto sia pericoloso.
«Senza dubbio. Ma del discorso del governatore ho trovato più nuove altre considerazioni. Prima di tutto l’enfasi sul ritardo del digitale nelle industrie e nelle banche, che è causa della scarsa crescita della produttività. Poi la richiesta di regole uguali per tutti, anche per gli imprenditori. Io avrei aggiunto anche per i banchieri. Il suo discorso sull’Europa invece era abbastanza scontato, Visco è un europeista convinto. Anzi direi che dalle sue parole è emerso che la costruzione dell’Ue è stata fatta senza pilastri fondamentali. È stato un azzardo, che ora paghiamo».
Dopo l’estate che si avvicina entreremo nella complicata fase della legge di Bilancio. La Lega spinge per la flat tax, che costa decine di miliardi. La convince?
«Letteralmente la flat tax è ad una sola aliquota e in quel caso sarebbe insostenibile. Ma se parliamo di tre aliquote è un altro discorso: si possono introdurre tre aliquote più basse e eliminare le spese fiscali - quelle centinaia di favoritismi introdotti nei quasi 50 anni dalla riforma fiscale - che valgono 54 miliardi. Un’operazione simile la fece Reagan nel 1986, fu un successo. Sarebbe una riforma rivoluzionaria. Ma l’Italia ha bisogno di un’altra cosa: di regole applicate in modo uguale a tutti».
Membri del governo hanno detto che vorrebbero sforare il deficit del 3 per cento ed aumentare il debito.
«Il debito per l’Italia è un problema, lo dimostra anche la lettera arrivata da Bruxelles. Ma il vero problema piuttosto è la crescita zero e la bassa inflazione, la politica monetaria della Banca centrale europea non è riuscita a mantenere un’inflazione del 2%. La preoccupazione è quando Mario Draghi finirà il suo mandato a Francoforte. I rischi di una crisi saranno probabilmente maggiori».
Come giudica la mozione approvata del Parlamento sui minibot?
«Da un punto di vista economico non ha alcun senso introdurre i mini Bot: non c’è infatti differenza tra un Bot grande e uno piccolo. Il minibot però rischia di essere percepito come un passo verso una moneta parallela, aumentando le tensioni. Lo ripeto: in una situazione economica difficile può scaturire una crisi anche da un uso ambiguo delle parole».