la Repubblica, 2 giugno 2019
Greta Thumberg lascia la scuola
Uno sciopero per il clima lungo un intero anno scolastico. Greta Thumberg alla fine della prossima estate non si presenterà in classe. L’aveva già disertata tutti i venerdì dall’agosto 2018. Prima per una protesta solitaria davanti al Parlamento svedese con il suo cartello “Skolstreik for Klimatet” (sciopero scolastico per il clima, appunto), poi, arrivata la popo-larità, per guidare manifestazioni di coetanei in tutti le principali città europee contro una politica che non prende decisioni sul riscaldamento globale. Ieri l’annuncio destinato a far discutere: Greta l’anno prossimo non andrà a scuola per concentrarsi sulla campagna per il clima. Ambienti vicini alla famiglia della 16enne hanno fatto sapere che c’è già un calendario fitto di impegni, difficilmente conciliabili con il liceo. A settembre Greta sarà a New York per un summit sul clima a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. E a dicembre in Cile per la Conferenza Onu sul clima. Appuntamenti impegnativi per una ragazzina. Ma che potrebbero addirittura trasformarsi in un viaggio epocale, se Greta vorrà evitare l’aereo a favore di mezzi di trasporto che emettono meno CO2. Lo ha fatto la scorsa Pasqua quando, approfittando delle vacanze scolastiche, è stata avvistata nelle stazioni ferroviarie di mezza Europa, mentre saliva e scendeva dai treni che da Stoccolma l’avrebbero portata a Bruxelles, Roma a Londra. Ma per uno Stoccolma- New York-Santiago via terra e via mare (persino Google Maps va in tilt e non riesce a calcolare i chilometri) ci vuole ben altro che una vacanza. Molti si domanderanno se è giusto far saltare un intero anno scolastico a un’adolescente. Il partito dei “Gretini” avrà un motivo in più per irridere la ragazzina con le trecce che pensa di salvare il mondo. O per attaccare i genitori-impresari che avrebbero trasformato la figlia in un fenomeno da baraccone. E se invece questa ragazzina, dopo aver mobilitato masse come mai era successo prima per i temi ambientali, fosse davvero in grado di cambiare gli eventi? Non varrebbe la pena perdere un anno di scuola per questo? Quando l’abbiamo incontrata ci è parsa determinata e niente affatto manipolata. Ha detto: «Mi attaccano perché incito i ragazzi a disertare la scuola. Ma agli adulti domando: perché ritenete così importante mandarci a scuola se poi non applicate le cose che ci insegnate?». È evidente che per Greta, e per i genitori, la campagna contro il riscaldamento globale è più importante del curriculum scolastico. Semplicemente, dicono, passerà al ginnasio con un anno di ritardo. È più urgente agire perché qualcosa cambi, non solo nelle piazze ma anche tra i potenti. Che la invitano, la omaggiano, ne approfittano per un selfie e poi, una volta congedatala, tornano a occuparsi di altro. Lei, invece, sa che bisogna fare in fretta: «Nel 2020 – ha ricordato dobbiamo aver abbassato in modo drastico la curva delle emissioni, se vogliamo avere una chance di tenere il riscaldamento globale sotto 1,5 o 2 gradi”. È per questo che prenderà una lunghissima vacanza da scuola. Non è det to che non debba approfittarne anche per un viaggio verso la vicina Oslo. Dove ogni anno assegnano il Nobel per la Pace.