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 2019  giugno 01 Sabato calendario

Periscopio

La corruzione paragonata a un fungo. Okey, boleto malefico. Dino Basili. Uffa news.Rigorosamente in livrea, ciascun giornalista dalle colonne della sua pagina-fortilizio, si rinfacciano a vicenda d’essere servi. Gesualdo Bufalino, Bluff di parole. Bompiani, 1994.
Era domenica e tutte le campane di Venezia suonavano a festa. Iosif Brodskij, Fondamenta degli incurabili. Adelphi, 1991.
Si stava facendo buio. I quadranti stupendi della Mercedes ora erano illuminati come quelli di un caccia. Tom Wolfe, Il falò delle vanità. Mondadori, 1988.
Degli antropologi bolognesi avevano invitato un contastorie senegalese, uno che scriveva delle storie, poi le metteva in musica e le cantava ai suoi concittadini. L’avevano invitato a Bologna e gli avevano detto di osservare i bolognesi e di scrivere poi una canzone su di loro. E lui, tra le altre cose, aveva scritto che in Europa, al mattino succedeva una cosa stranissima, c’era un sacco di gente che andava in giro legata a un cane. Paolo Nori, La grande Russia portatile. Salani editore, 2018.
Non è di buon gusto, oggi, chiamare comunismo il comunismo. L’Italia ha preferito non fare analisi: il Partito più importante ha cambiato nome e gli si chiede più nulla. Ma il comunismo è diventato parte integrante del vissuto europeo, quali che siano le distinzioni che si fanno fra le teorie politiche e i vari governi che amano definirsi più o meno socialisti. Nel senso quindi di fingere che non è così. L’Europa odierna è tutta comunista perché i suoi ideali si associano a quelli cristiani (democratico-cristiani). Ida Magli, Contro l’Europa. Bompiani, 2001.
Devo ammettere che me ne andai via dal Giornale poiché mi ero rotto le scatole delle pressioni ricevute, non da Berlusconi ma dagli ominicchi del suo partito, che davano per scontato che il quotidiano che io dirigevo fosse al loro servizio. Vittorio Feltri, Il borghese. Mondadori, 2018.
Forse ricorderete il caso del condannato a morte Joseph O’ Dell, il tizio le cui ceneri sono poi state portate a Palermo dal sindaco Leoluca Orlando. L’esecuzione di O’Dell fu rinviata diverse volte. Era un serial killer di commesse di grandi magazzini: le seduceva, le aspettava fuori, faceva sesso con loro e poi le uccideva per derubarle. Ma in Italia un tale farabutto era diventato un eroe, perché la condanna a morte divide sempre le coscienze e perché fu scatenata anche in quell’occasione una campagna di sinistra contro gli Stati Uniti. In Virginia non conoscevo nessuno e così chiamai Vittorio Zucconi, gli chiesi dei contatti con gli avvocati di O’Dell e con mia grande sorpresa Zucconi mi disse: «Quel figlio di puttana è uno degli assassini più feroci di donne sole e se c’è uno che merita la morte è proprio lui». Ma – gli risposi – tu hai scritto il contrario: che è un martire dell’ingiustizia e della barbarie americana... «Che c’entra», mi rispose Zucconi, «quello è ciò che vogliono sentire e leggere i miei lettori. Io, quando scrivo o parlo, ho sempre presente il mio pubblico e devo dare al mio pubblico ciò che si aspetta da me, e ti consiglio di fare altrettanto». Dissentii, ma a quanto pare aveva ragione lui. Paolo Guzzanti. Il Giornale.
Il sistema politico nato dalla Resistenza dimostra oggi tutta la sua debolezza congenita: l’unità antifascista, che si èvoluto mantenere a tutti i costi, ha impedito il formarsi in Italia di una vera dialettica tra governo e opposizione, e quindi non ha consentito l’alternanza nella gestione del potere. Romolo Gobbi, Il mito della Resistenza. Rizzoli, 1992.
I tram, nella Milano degli anni 50, erano zeppi fino all’inverosimile, con la gente stipata sui predellini. Qualcuno anche attaccato al troller didietro. Oggi, in una situazione del genere, interverrebbe la volante. Ma chi era scampato ai bombardamenti angloamericani e a rastrellamenti dei tedeschi non aveva certo paura di farsi la «bua» cadendo dal tram. Si cercava di godersi la vita, per quel che poteva. Massimo Fini, Una vita. Marsilio, 2015.
In Germania ogni città media ha un teatro, anche due, e un’orchestra. La Cina sta investendo in modo vorticoso in questo campo. Noi abbiamo ricevuto dal passato centinaia di teatri. Tantissimi sono chiusi. Chi-u-si. Serve un progetto nazionale. Prendiamo consapevolezza di quanto risuona l’Italia nel mondo grazie a Verdi, Puccini eccetera. Il mondo lo sa, noi troppo poco... Riccardo Muti (Pietro Visconti). La Libertà.
I professori se ne infischiano dei tuoi dubbi. Non sono mica degli intellettuali, che devono fare del dubbio la loro vita. Non sono dei ricercatori. Quelli, te lo assicuro io, hanno già trovato. E lo sai perché ? Perchè vogliono addirittura la «verità», settaria quanto di pare, o dai politici o dai preti, ma la vogliono, l’hanno sempre voluta. Vittoria Ronchey, Figlioli miei, marxisti immaginari. Rizzoli, 1975.
Per mangiare, mio padre, si serviva soltanto del suo coltellino a serramanico. Tagliava il pane a cubetti, lo teneva a portato di mano sul tavolo per accompagnare un po’ di formaggio, qualche salume, per fare scarpetta. Vedermi lasciare qualcosa nel piatto, lo faceva star male. Il suo lo si sarebbe potuto rimettere a posto senza lavarlo. A fine pasto si puliva il coltello sulla tuta. Se aveva mangiato delle aringhe lo infilava in terra per togliergli l’odore. Annie Ernaux, Il posto. L’Orma, 2014.
Chi pubblica Proust in Italia, chi pubblica il più borghese degli scrittori, con la sintassi più borghese, che indugia nei suoi piaceri lumacosi nel più borghese dei modi, nel più vizioso dei modi borghesi, è il borghese comunista Einaudi, figlio di vecchi borghesi che siedono al Quirinale à la recherche du temps perdu. Leo Longanesi, Ci salveranno le vecchie zie?. Longanesi, 1953.
Milano, la Milano del 25 aprile 1948 e del «Vento del Nord» aveva dato una sorpresa a tutti e una delusione ai comunisti: si era data per sindaco un socialista, un socialista all’antica, Antonio Greppi, allievo di Filippo Turati. Italo Pietra, I Grandi e i Grossi. Mondadori, 1973.
Venedikt Erofeev è uno scrittore russo meraviglioso che era riuscito essere disoccupato in Unione Sovietica e che, nei suoi diari, citando Salvador Dalì, aveva scritto: «La differenza tra me e un pazzo sta solo in questo fatto, che non io non sono un pazzo». Marco Uggeri. Il Giorno.
Milano, la Milano del 25 aprile 1948 e del «Vento del Nord» aveva dato una sorpresa a tutti e una delusione ai comunisti: si era data per sindaco un socialista, un socialista all’antica, Antonio Greppi, allievo di Filippo Turati. Italo Pietra, I Grandi e i Grossi. Mondadori, 1973.
La forza è forza; la volontà, sforzo. Roberto Gervaso. Il Messaggero.