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 2019  giugno 01 Sabato calendario

Una certa Elettra Lamborghini

Faccio un’enorme fatica a seguire The Voice of Italy perché non riesce a scrollarsi di dosso l’impressione di essere la parodia di X Factor (Rai2, giovedì, ore 21,25). Come parla Simona Ventura, sempre in «total limoncello», ti aspetti che i tre Gialappi le facciano il controcanto, per non lasciarla sola con le sue frasi di rasserenante banalità: «Hai tutta la vita davanti a te», «Senti gli applausi dello studio», o cose simili. E poi veder lanciato il programma dal Tg2 Post (una rivendicazione di sovranismo, visto che il direttore Gennaro Sangiuliano era a Piazzapulita a tuonare contro l’Europa?) è uno di quei momenti indimenticabili che svelano la vera natura di un programma (di vita).
E vogliamo parlare dei coach? Il migliore sembra Gigi D’Alessio, giusto per stabilire le proporzioni. Morgan ha sempre l’aria schifata dell’artista maledetto costretto a lavorare in un supermercato. Una certa Elettra Lamborghini – dice lei – è in perenne dialogo con l’Altissimo: «Io domando e Dio mi risponde, è difficile da spiegare. Credo di essere un po’ sensitiva. La spiritualità è importante. Vado in chiesa, leggo la Bibbia, compro rosari, tanti rosari…». Poi però su Instagram posta una serie di storie in cui si mostra in un sexy shop, indecisa su quale modello di vibratore acquistare (è la famosa lezione dell’alto e basso). Poi c’è Gué Pequeno, cui chiedo scusa perché non sapevo della sua esistenza. Sfoggia un look molto convulsivo per un ragazzo della sua età.
Se i social hanno dato a tutti la possibilità di esprimersi in pubblico (expressa nocent), i talent hanno fatto il resto nel mondo della canzone. Così a Gigi D’Alessio è venuta l’idea di una singolare proposta: «Il vincitore (di The Voice) deve andare di diritto a Sanremo», trovando il consenso degli altri giudici e di un’entusiasta Simona. Scelti i quattro finalisti: Miriam, Carmen, Brenda e Diablo. Ne sentiremo parlare, forse.