Corriere della Sera, 1 giugno 2019
Bonolis parla dell’Inter
Per Paolo Bonolis il passato di Antonio Conte rimane una faccenda professionale. Nel suo stile la metafora non può che essere ironica: «Tutti abbiamo dei pregressi, se dovessi pensare a tutti i fidanzati di mia moglie chissà quante domande mi sarei dovuto fare».
Nessun fastidio per la juventinità del nuovo allenatore?
«È un professionista, un grande allenatore. Bisogna guardare avanti, non indietro».
Conte è uno di quelli che dice che gli scudetti della Juve sono 37. Nessun fastidio?
«Era nella Juve e si doveva accordare a quello che suonavano gli altri violini».
Dunque contento senza remore?
«Sì. Tanto contento per Conte quanto dispiaciuto per Spalletti: Luciano avrebbe meritato di giocarsi un’altra stagione, una stagione priva delle difficoltà che ci sono state in questa appena trascorsa con i paletti del fair play finanziario, gli infortuni di Nainggolan e Vecino, la grana Icardi... Alla fine passando tra Capo Horn e il Capo di Buona Speranza ha portato la nave in porto».
Cosa aggiunge Conte all’Inter?
«Porta una serietà e un rigore professionale che alla Juve sono la regola e all’Inter vanno e vengono. Infatti ha subito detto che non vuole vedere una pazza Inter».
Quanto è pazza?
«Tanto. Un conto è la follia creativa, ma qua si parla di drammaturgia depressiva. Abbiamo un dna da romanzo thriller, dopo Inter-Empoli pensavo di aver fatto le 12 fatiche di Ercole».
Chi vorrebbe all’Inter?
«Fosse per me comprerei tutti... Purtroppo De Jong e Hazard sono già andati. Penso che serva un mercato importante in cui due ruoli sono imprescindibili: un regista e un giocatore offensivo di fantasia».
Icardi sì o no?
«Il calciatore Icardi lo terrei, il marito Icardi mostra difficoltà di gestione: non sai mai se gioca dottor Jekyll o mister Hyde».