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 2019  giugno 01 Sabato calendario

La fusione Fcs-Renault e l’uscita dall’Europa dell’Italia

Il premio inseguito da Sergio Marchionne andrà forse al presidente Exor John Elkann che vuol fondere la controllata Fca con Renault, in difficoltà per l’arresto dell’ex Ceo, Carlos Ghosn; traballa perciò l’alleanza con Nissan che i francesi controllano al 43% e che a loro volta detengono il 15% in Renault, senza diritti di voto. La competenza di Nissan nell’elettrico attrae Fca e Renault, che dovranno investire anche nel software, magari dell’auto a guida autonoma; concentrate su prodotti che potrebbero presto sparire, dovranno investire molto nelle nuove tecnologie. È una fusione fra eguali o uno mangia l’altro? I soci Renault avrebbero il 50%, come quelli Fca: tutte le quote si dimezzeranno. Exor, ormai anglo-olandese, oltre a profittare del calo dei titoli Renault per lo scandalo, potrebbe via via ridurre il peso dell’auto, che divora capitali ma poco li remunera; per lei, scesa al 15%, questo diverrebbe un investimento più facile da cedere. La fusione, ancora soggetta a molte alee, sarebbe ottima per Elkann, specie se i giapponesi, finora silenziosi, aderiranno, potendo votare con la loro quota, ridotta al 7,5%. Se Exor alla lunga scenderà, resterà la Francia, oggi primo azionista Renault. Anche tale quota andrebbe al 7,5%, ma i contribuenti han spalle più larghe di ogni holding. Parigi chiede garanzie sui posti di lavoro; il nostro ministro dello Sviluppo ha altri problemi, ma quelli dall’auto vanno oltre i tagli immediati. La fusione farebbe risparmiare sulle piattaforme; in chiaro, il motore elettrico non ha la miriade di componenti di quello a scoppio, ove dominano le case tedesche. Glieli forniamo noi. L’auto ha gran peso anche per l’Italia, soggetta come la Germania, ai colpi di una tecnologia disruptive. Siamo tutti, francesi inclusi, sulla stessa barca. L’unione economica europea è realtà da decenni, quella politica in qualche modo seguirà; i sovranisti prendano nota. Chi continua, anche dopo il 26 maggio, a sognare un’Europa da incubo, al risveglio potrebbe ottenere l’uscita dall’euro che prima invocava come soluzione ai nostri mali. Non Italexit sarebbe, ma Exital; non scelta nostra, ma imposizione altrui. Strana sovranità.