Corriere della Sera, 1 giugno 2019
Una donna alla guida dell’Austria. Si chiama Brigitte Bierlein
Come succede spesso sia nel mondo degli affari che in politica, va a una donna il ruolo più difficile nel momento di massima crisi: l’Austria avrà così la sua prima cancelliera. Il presidente della Repubblica Alexander Van Der Bellen ha scelto Brigitte Bierlein, attuale presidente della Corte costituzionale, 70 anni il 25 giugno, per guidare il governo di transizione che dovrà portare il Paese alle elezioni di settembre, dopo che lunedì scorso il cancelliere Sebastian Kurz era stato sfiduciato dal voto congiunto di socialdemocratici e Partito della libertà, il suo ex alleato di estrema destra.
Sulla sua nomina si sono accordati i leader dei principali partiti: «Vorrei proporre al presidente federale un gabinetto che abbia la competenza tecnica e la sensibilità politica per portare avanti gli impegni istituzionali dei prossimi mesi in modo affidabile e nell’interesse del popolo – ha dichiarato la neo cancelliera —. Per me è molto importante conquistare la fiducia dei partiti che sono in parlamento. Lo stesso vale per gli austriaci: vorrei conquistare la vostra fiducia». Bierlein ha annunciato di aver scelto come vicecancelliere e ministro della Giustizia l’ex presidente della Corte suprema amministrativa austriaca Clemens Jabloner, mentre il posto di ministro degli Esteri andrà all’ambasciatore Alexander Schallenberg, attuale capo della sezione Affari europei della Cancelleria: il resto dell’esecutivo verrà reso noto lunedì.
Bierlein è una pioniera: era già stata, nel 1990, la prima donna in Austria a diventare procuratore generale. Nata a Vienna nel 1949, figlia di un funzionario e di una casalinga dalla quale ha ereditato la passione per l’arte (prima di studiare diritto aveva pensato di dedicarsi alla pittura), è diventata procuratrice a 27 anni. Non si è mai sposata, ma il suo compagno da una vita è il giudice ora in pensione Ernest Maurer. Non ha figli.
Conservatrice, ha fama di essere una donna d’ordine, ma anche empatica nei modi e capace di costruire consenso. Si è opposta pubblicamente alle proposte dell’ex ministro dell’Interno di estrema destra Herbert Kickl di ampliare la carcerazione preventiva e ha definito «problematico» il divieto di portare il velo.
Fiducia
Il suo messaggio ai connazionali: «Vorrei conquistare la vostra fiducia»
Era stata una coalizione tra popolari ed estrema destra a nominarla vicepresidente della Corte costituzionale nel 2002, mentre deve al governo Kurz – a cui è considerata vicina – quella a presidente nel dicembre 2017: di nuovo la prima volta in cui la carica è andata a una donna. Il Partito della Libertà ha accettato di sostenerla, così come i socialdemocratici (dalla cui area proviene il vicecancelliere), che difficilmente avrebbero potuto opporsi alla scelta di una cancelliera. Il neo ministro degli Esteri è invece un fedelissimo di Kurz.
Si chiudono così due settimane che hanno terremotato la politica austriaca, inaugurate dalla pubblicazione sui media tedeschi il 17 maggio di un video girato a Ibiza alla vigilia delle elezioni di due anni fa, in cui il leader dell’estrema destra Heinz-Christian Strache prometteva a una sedicente miliardaria lettone appalti pubblici in cambio di finanziamenti occulti. Ne era seguita l’uscita dal governo del Partito della Libertà, la convocazione di elezioni anticipate (dovrebbero tenersi tra il 15 e il 29 settembre), il tentativo di far andare avanti il governo con i soli Popolari e alcuni ministri tecnici, la sfiducia di Kurz all’indomani della vittoria del suo partito alle elezioni europee.
Alla fine Van Der Bellen è riuscito a trovare una soluzione che, almeno fino a settembre, accontenta tutti. Rimane il mistero su chi abbia girato il video che ha fatto scoppiare la crisi: ieri l’ex ministro della giustizia di estrema destra Kickl ha addirittura accusato il servizi segreti interni austriaci di esserne gli autori.