Corriere della Sera, 1 giugno 2019
La protesta dei tre generali
ROMA La protesta non ha precedenti. Tre generali in pensione hanno annunciato che non assisteranno alla tradizionale parata militare di domani per le celebrazioni della Festa della Repubblica. I protagonisti del clamoroso gesto sono Mario Arpino e Vincenzo Camporini, entrambi ex capi di Stato maggiore della Difesa, e Leonardo Tricarico, dell’Aeronautica. I tre «ribelli» contestano al governo una serie di (presunte) mancanze nei confronti dei militari: dalle scelte organizzative alle «dichiarazioni di vuoto pacifismo» del premier, fino ai tagli alle pensioni.
Il fronte polemico è stato aperto da Mario Arpino, con una dichiarazione pubblicata dal sito dell’agenzia AdnKronos: «Non è tollerabile la gogna mediatica a cui sono stati sottoposti i pensionati. Non ne faccio una questione personale: trovo inaccettabile sentire parlare di pensioni d’oro, quasi incitando all’odio di classe. Sarebbe ipocrita da parte mia stringere le mani di chi ha tagliato le pensioni. Penso che l’indecisione di questo governo su tantissimi temi sia molto grave. Le questioni militari, penso ad esempio agli F-35, sono passate completamente in secondo piano». Vincenzo Camporini ha invece espresso la propria posizione su Facebook: «Troppe le disattenzioni del governo nei confronti dei temi della Difesa, non me la sento di avallare ipocritamente con la mia presenza una gestione che sta minando un’istituzione di cui il Paese deve essere orgoglioso». Il post ha avuto centinaia di like, fra cui quelli del giornalista Gianni Riotta, di Caio Giulio Cesare Mussolini, candidato di FdI alle Europee (non eletto) e di Isabella Rauti, senatrice del partito di Giorgia Meloni.
«Non parteciperò perché sarebbe ipocrita applaudire i nostri soldati in compagnia di soggetti che stanno contribuendo a un progressivo e, per certi versi, irreversibile indebolimento delle Forze Armate» ha invece spiegato Leonardo Tricarico, «una componente della maggioranza gialloverde sta portando avanti un atteggiamento ostile nei confronti di una delle poche istituzioni che funzionano bene in Italia: le Forze Armate. Per di più, noi generali in pensione veniamo trattati come malfattori per via della polemica sulle cosiddette pensioni d’oro, addirittura Luigi Di Maio pronunciò la frase “si debbono vergognare”».
Anche Ignazio La Russa, ex ministro della Difesa e ora vicepresidente del Senato, diserterà «a malincuore» la parata «in segno di protesta verso il ministro Trenta che pensa di trasformare le Forze armate in ‘peace&love’». Di parata «buonista» ha parlato anche Isabella Rauti parlando al Senato: a lei ha risposto Trenta, facendo il gesto del «peace&love» che ha suscitato la reazione concitata dell’Aula.