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 2019  giugno 01 Sabato calendario

I paperoni che si comprano il jet

ROMA – In Italia c’è chi ha deciso di comprare un’auto nuova, chi di ristrutturare casa. E c’è anche chi ha già programmato di cambiare l’aereo privato. E non si parla di piccole macchine volanti da poche migliaia di euro, ma di costosi modelli pensati per gli uomini d’affari e capaci di sorvolare l’Atlantico senza affanni. Entro il 2024, quindi nel giro di cinque anni, i Paperoni nazionali sono pronti a restituire il vecchio jet per uno nuovo a costi proibitivi anche per gente dal portafogli gonfio. Il costo di questo sfizio (per alcuni) o bisogno (per altri, come i top manager di aziende multinazionali) raggiungerà complessivamente il miliardo di euro. Un dato sorprendente che emerge da una analisi di Shearwater Aero Capital in occasione della più grande mostra sull’aviazione d’affari, l’Ebace, che si è svolta nei giorni scorsi a Ginevra. La ricerca sugli aerei business rivela che stanno per atterrare sulle piste italiane ben 36 jet privati nuovi di fabbrica. Il prezzo di questi aeromobili resta inarrivabile per molti, anche per chi è pronto ad acquistare le lussuose supercar uniche, le cosiddette one-shot. La spesa totale dovrebbe aggirarsi intorno a 1,17 miliardi di euro. Il boom dei nuovi jet nasce da una motivazione, volendo, banale: gli acquirenti tricolori vanno a caccia delle novità, così come qualunque altro consumatore colpito da nuovi modelli di automobili. Gli occhi dei compratori nostrani si sono concentrati, ad esempio, sui Bombardier Global serie 7000 (da 65 milioni di euro), il Gulfstream G500 ("vola” sui 40 milioni di euro), il Cessna Citation Longitude (che costa “solo” 27 milioni di euro) e il Pilatus PC-24 che chiude a 8 milioni di euro a listino se acquistato nuovo. Il costo non si ferma però all’acquisto: per avere e utilizzare il Bombardier Global 5000 (fascia inferiore rispetto al gemello 7000), un aereo capace di coprire con un pieno 9.630 chilometri e di volare alla velocità di 944 chilometri l’ora, oltre a staccare un assegno da un minimo di 55 milioni di euro, bisogna metterne da parte altri 2 mila euro per ogni ora volata per mantenerlo. Da notare che il nostro Paese non è certo una Cenerentola in fatto di aerei privati. Al contrario: in Italia è basata al momento una flotta di circa 78 jet privati, 35 dei quali vengono classificati come “pesanti o di grandi dimensioni”. Otto sono invece di stazza “media” mentre 35 sono “leggeri”. In pratica si tratta di una flotta doppia rispetto a quella della prima compagnia aerea in Italia, Ryanair che da noi opera con 40 velivoli di breve-medio raggio. Un numero che si avvicina molto anche alla nostra ex compagnia di bandiera Alitalia che di aerei ne ha poco più di 100. E dei 36 jet in arrivo in Italia, 16 saranno pesanti, 4 saranno medi e 16 leggeri. A sentire Chris Miller, di Shearwater Aero Capital, «l’Italia è un mercato molto attraente per il settore della “business aviation”. Il vostro Paese ha una ampia presenza sul territorio di aerei di grandi dimensioni oltre che più costosi rispetto alle altre nazioni».