la Repubblica, 1 giugno 2019
Whirlpool vende
NAPOLI – Secondo l’accordo sottoscritto a ottobre, lo stabilimento Whirlpool di Napoli avrebbe dovuto produrre il top delle lavatrici: quelle a carica frontale di alta gamma. Ieri, però, durante un incontro nella sede della società a Roma, definito quasi di routine, i sindacati hanno scoperto che la principale azienda di elettrodomestici al mondo, con un fatturato annuo di 21 miliardi di dollari e 92 mila dipendenti, ha deciso di procedere «con la riconversione del sito e la cessione del ramo d’azienda». Tradotto: addio Napoli e un baratro di incognite che si apre sotto i piedi dei 430 operai del sito di via Argine, una delle poche realtà industriali che aveva resistito nel capoluogo campano. L’annuncio è accolto come un tradimento dai sindacati, forti di quel patto che prevedeva investimenti di 17 milioni a Napoli, siglato davanti al ministro e vicepremier Luigi Di Maio. Anche lui non nasconde l’irritazione: «Stracciando l’accordo del 25 ottobre – scrive su Facebook – i nuovi vertici di Whirlpool hanno mancato di rispetto ai lavoratori, ancor prima che al ministero dello Sviluppo economico e al governo stesso. Pretendo che venga fatta chiarezza». Il ministro aggiunge di «essere pronto a rimettere in discussione l’intero piano industriale e a verificare l’utilizzo che è stato fatto degli ammortizzatori sociali fino ad oggi». Sollecitato dai sindacati, Di Maio convoca un tavolo al Mise per martedì 4 giugno. Ma non basta a stemperare le polemiche. Per Carlo Calenda è «inaccettabile che il Mise apprenda dalla stampa della chiusura di un impianto industriale». «Sindacalisti e rappresentanti degli operai cercano una interlocuzione con il governo ma Di Maio latita ed è assente» aggiunge il senatore Maurizio Gasparri (FI). Da Napoli arriva l’appello del sindaco Luigi de Magistris: «La città non può permettersi la perdita di 430 posti di lavoro, non può farlo dopo che l’azienda Whirlpool ha sottoscritto un piano industriale che prevedeva investimenti fino al 2021». E non tranquillizza la nota della multinazionale: «Whirlpool Emea intende procedere con la riconversione del sito e la cessione del ramo d’azienda a una società terza in grado di garantire la continuità industriale allo stabilimento e massimi livelli occupazionali, al fine di creare le condizioni per un futuro sostenibile del sito napoletano». Parla di vicenda gravissima e chiede una risposta immediata il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sottolineando che «Napoli e il Mezzogiorno hanno pagato già abbastanza». La multinazionale conferma gli investimenti per il 2019-2021: circa 250 milioni di cui 80 già spesi, ma lo stabilimento partenopeo non rientra più nei piani in quanto, filtra dall’incontro, resterebbe sotto la soglia di produttività del gruppo e questo non sarebbe più sostenibile. Decisione ritenuta «inaccettabile» da tutti i sindacati, perché «in netto contrasto con l’accordo raggiunto a ottobre» come sottolinea il segretario nazionale della Uilm, Gianluca Ficco. «Quell’accordo non può essere toccato in nessuna forma, tanto meno con una cessione di uno stabilimento», avverte la segretaria nazionale della Fiom, Barbara Tibaldi.