la Repubblica, 1 giugno 2019
Le nuova star di YouTube
MILANO – Videogiochi? No, videoprofessioni. I tempi cambiano. I social ridisegnano il mercato del lavoro. E i teen-ager della Generazione Z crescono con un sogno social nel cassetto: i nonni volevano fare gli astronauti, i genitori i calciatori o gli scienziati. Loro sperano di diventare Youtuber. Ci si diverte, non si fa fatica (almeno così credono) e soprattutto – per l’uno su mille che ce la fa – si guadagnano tanti soldi. La prova? L’americano Ryan Kaji: ha solo sette anni, ma nel 2018 – calcola Forbes – ha messo in banca 22 milioni di dollari, più di 50mila euro al giorno. Come? Giocando. Mamma e papà – assistiti da consulenti – preparano un video al giorno in cui lui recensisce, ad uso e consumo dei coetanei, nuovi giocattoli. Un giochetto che funziona. Il suo canale YouTube ha 19 milioni di iscritti e i suoi clip sono una miniera d’oro: una caccia alle uova con sorpresa su un gonfiabile (sponsorizzata ovviamente) è stata cliccata 1,9 miliardi di volte. E le aziende si sfidano a colpi di assegni a tanti zeri per convincerlo ad accettare i loro prodotti da presentare. Con soddisfazione, visto che l’ultimo video sul tostapane degli Avengers aveva raggiunto in poche ore il milione di clic. Il piccolo Ryan non è un caso isolato. C’è chi è diventato ricco facendosi riprendere mentre gioca a Minecraft o a Fortnite (l’inglese DanTdm – al secolo Daniel Middleton – ha incassato nel 2018 1,3 milioni di euro al mese), chi pubblicando i video delle vacanze, chi – come Jeffree Star – macina milioni dispensando consigli su bellezza e make-up. E la ricetta, nel mondo senza confini del web, funziona anche in Italia dove – fatte le debite proporzioni – il mondo degli youtuber ha già partorito una piccola pattuglia di Paperoni tutt’altro che per caso. La top-star è il videogamer Favij (all’anagrafe il 24enne Lorenzo Ostuni) che con uno smartphone e un po’ di fantasia è riuscito – iniziando a 16 anni – a produrre migliaia di video legati quasi sempre al mondo dei videogames. Oggi ha un canale con oltre 5 milioni di iscritti, due miliardi di visualizzazioni totali e un curriculum dove ci sono già un libro con 60mila copie vendute, un film e decine di serate e spot. Alle sue spalle ci sono le gag de IPantellas (una sorta di “Aldo, Giovanni e Giacomo del web") e sul terzo gradino del podio c’è il St3pNy (il 23enne videogamer Stefano Lepri) cui l’agenzia delle entrate, per dar un’idea dei soldi che girano a questi livelli, ha appena contestato errori nelle dichiarazioni per quasi un milione di euro. Sono le nuove star di un mondo dove i ragazzi passano più tempo su smartphone e pc che davanti alla tv sognando di diventare creator – nome tecnico della loro professione – come Favij & C.. «Siamo subissati di richieste di teen-ager che vogliono presentarci le loro idee» dice Luca Leoni, fondatore di Show Reel, una delle più note fabbriche di stelle digitali. YouTube ha chiuso fino a settembre 2019 le iscrizioni al suo programma di tutorship riservata agli aspiranti talenti perché non riesce a star dietro alle richieste di chi sogna di diventare milionario giocando. Non è facile. La selezione darwiniana è durissima. L’obbligo di produrre un video al giorno e l’ansia per l’altalena delle visualizzazioni hanno già generato forme di stress neuro-professionali anche tra i big. I soldi però, per chi ha successo, ci sono. E il lavoro delle Fiamme Gialle che hanno passato ai raggi X i profili dei nomi più famosi per convincerli a mettersi in regola aprendo partite Iva, consente di disegnare una prima mappa delle entrate potenziali: il 60% dei guadagni arriva dalla pubblicità diretta raccolta da YouTube, che si tiene una percentuale. Poi ci sono gli abbonamenti a pagamento che garantiscono tra il 3 e il 5% dei ricavi. Quelli di Favij vanno da 99 centesimi a 8,99 euro al mese a seconda degli optional, tra cui – pagando il massimo – un ringraziamento personale in diretta. Un altro tesoretto arriva dai prodotti sponsorizzati nel video: telefoni, giochi, cibo, marchi d’abbigliamento che valgono un altro 15%. Più si è famosi, poi, più spuntano altre fonti di guadagno: magliette e cappellini con il brand, serate a pagamento, spot, libri, film. «Gli Youtuber sono le star del domani e noi siamo i loro editori» dice Leoni. Da star sono anche le entrate. Favij, dice il tam tam del settore, potrebbe incassare qualcosa come 60mila euro al mese. St3pNy attorno 400mila euro l’anno. Tanto, specie se si lavora facendo quello che si faceva per gioco. Senza l’incubo di finire prima o poi – il digitale in fondo è il settore del futuro – in mano a un navigator…