la Repubblica, 1 giugno 2019
Kim ha fatto giustiziare i cinque mediatori?
PECHINO – L’inviato speciale di Kim Jong-un per le trattative nucleari con gli Stati Uniti giustiziato, insieme a quattro funzionari del ministero degli Esteri. Il braccio destro del dittatore, anche lui in prima linea nel negoziato, spedito ai lavori forzati. Il clamoroso fallimento del vertice di Hanoi con Donald Trump avrebbe spinto Kim a una purga dei vertici della diplomazia nordcoreana, secondo quanto riportato ieri dal quotidiano del Sud Rodong Sinmun. Ma la cautela è d’obbligo: la notizia arriva da una sola fonte anonima. In passato è capitato che i giornali di Seul, incluso lo stesso Rodong, parlassero con dovizia di dettagli di violente epurazioni, salvo vedere ricomparire le presunte vittime in perfetta salute, magari pure promosse. Per il momento né il governo coreano né quello americano confermano la versione. Resta comunque una notizia verosimile: in passato Kim non ha esitato a uccidere lo zio e il nulla di fatto del secondo summit con Trump è stato un duro colpo per la sua politica del dialogo. A farne le spese, scrive Rodong Sinmun, sarebbe stato Kim Hyok-chol, da pochi mesi nominato inviato speciale del regime per gli Stati Uniti, accusato di non aver saputo leggere le reali intenzioni di Trump e quindi, nella logica nordcoreana, di spionaggio. Sarebbe stato lui a convincere Kim a presentarsi in Vietnam offrendo di smantellare il reattore nucleare di Yongbyon in cambio dell’alleggerimento delle sanzioni, salvo vedersi ribattere da Trump che vanno distrutte tutte le altre strutture atomiche e missilistiche. Kim Hyok-chol sarebbe stato giustiziato a marzo, subito dopo il vertice, nell’aeroporto militare della Capitale. Ma una purga ancora più eccellente sarebbe quella di Kim Yong-chol, il “falco” ex capo dell’intelligence e braccio destro di Kim, che si era recato alla Casa Bianca durante i preparativi per Hanoi. Secondo Rodong, si trova in uno dei famigerati campi di lavoro nel Nord del Paese, insieme al traduttore del summit “colpevole” di non avere reso in maniera adeguata una proposta “dell’ultimo minuto” di Kim. Alcuni particolari avvalorano l’ipotesi della purga. I due papaveri da tempo non compaiono negli eventi ufficiali, né hanno partecipato all’incontro di Vladivostok tra Kim e Putin, sostituiti dalla vice ministro Choe Son-hui, nuova figura di punta della diplomazia nordcoreana. La scorsa settimana poi il quotidiano di regime ha scritto editoriale di fuoco contro i «funzionari dalla doppia faccia», che saranno «giudicati dal tribunale della rivoluzione». Allo stesso tempo, sotto Kim i ribaltoni nelle gerarchie sono diventati frequenti, non per forza fatali o definitivi. Il caso più eclatante è quello della cantante Hyon Song-wol, ugola d’oro del Paese che secondo lo stesso Rodong era stata giustiziata di fronte alla sua orchestra, ma poi è ricomparsa.