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 2019  maggio 31 Venerdì calendario

Lina Prosa rilegge Omero: «La guerra di Ulisse oggi è contro il surriscaldamento»

Lina Prosa, regista teatrale, è nata a Calatafimi Segesta (Sicilia).
“Se Ulisse fosse vissuto nel presente, la guerra da combattere sarebbe quella contro il cambiamento climatico”. Non ha dubbi Lina Prosa, prolifica drammaturga che ha dedicato la sua opera a quelli che considera i problemi più attuali per l’umanità ormai alla deriva. In Ulisse Artico, in scena il 9 giugno allo Spazio Teatro No’hma di Milano, il suo eroe non affronta ciclopi e sirene, ma si confronta con un nemico imponente: il mare stesso, che, ingrossato dallo scioglimento dei ghiacciai, miete più vittime di un’armata.
Ulisse dovrà quindi confrontarsi con i suoi limiti e con la terribile sensazione di essere di fronte a un destino ineluttabile. “La sfida più grande – spiega l’autrice – è fare qualcosa finché siamo in tempo. Ben venga la sollevazione delle coscienze: da ognuno di noi dipende la sopravvivenza stessa della Terra; ogni nostro piccolo gesto influisce sul grande schema”.
Anche in questa occasione, Prosa si rivela fautrice di una attenta commistione fra teatro classico e contemporaneo: “Viaggiare nel nostro tempo senza memoria è impossibile. I classici sono un’indispensabile chiave di lettura della realtà. Attraverso l’esempio di personaggi mitici comprendiamo l’umanità e noi stessi”.
Non è la prima volta che Prosa tratta temi scomodi: celebre la sua Trilogia del Naufragio, ambientata a Lampedusa, che mette in scena il dramma dei migranti, che tentano disperatamente di raggiungere le nostre coste. Un’opera tradotta e interpretata in mezza Europa, che le è valsa anche il plauso del Consiglio d’Europa e del ministero della Cultura francese, che l’ha insignita del titolo di Cavaliere delle Arti.
“Come drammaturga, sento una certa responsabilità nell’usare le parole, strumenti delicati che maneggio per farmi portavoce del disagio. La verità appartiene a uno sguardo critico, non più alla politica. E arte, teatro e letteratura devono far aprire gli occhi agli spettatori”.