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 2019  maggio 31 Venerdì calendario

La sedia Thonet compie 200 anni

Alcuni amici tornano da Vienna delusi: «Non c’è nulla da vedere, a parte il Duomo». Dipende. Se non ti piace l’opera, e i musei ti annoiano, certamente non basta gustare la miglior Wiener Schnizel al mondo. A me, sedere in uno storico caffè allo stesso tavolino di Joseph Roth, di Karl Kraus o Sigmund Freud regala un’emozione particolare. Sarò un feticista della storia. Potrei anche essere seduto sulla stessa sedia, e se non è la stessa, è identica a quella che accolse il padre della psicoanalisi.La sedia Thonet, nera, semplice, elegante, compie 200 anni, e alla Alte Pinakothek di Monaco si è appena aperta una mostra in suo onore, «Thonet und Design» (fino al 2 febbraio 2020). La sedia è una delle tante piccole cose che formano l’anima della nostra Europa, un misto di sapori, profumi, una canzone o una sinfonia, sopravissute a guerre, dittature, nazionalismi, e all’ossessione unificatrice di Bruxelles. Siamo europei senza dover spiegare perché.
Nel 1819, il falegname Michael Thonet a Boppard am Rhein, nei pressi di Coblenza, creò la fabbrica che porta il suo nome, giunta alla settima generazione. Sempre un’azienda di famiglia guidata dal pronipote Philipp. Deve la sua fortuna a un’idea semplice, come sono le scoperte geniali. I mobili Biedermeier del suo tempo erano pesanti e costosi. Il falegname renano riuscì a piegare il legno di faggio con il vapore, e a forgiarlo in linee eleganti senza usare la sega. La sedia nacque nel 1856: quatto pezzi di legno per le gambe, quelle posteriori si alzano e si piegano a formare lo schienale, una piccola superficie per sedersi senza imbottiture. «Mai fu creata qualcosa di una così semplice e perfetta eleganza», disse Le Corbusier.
Il primo modello, la numero 14, oggi in commercio come 214, costava quanto 10 litri di birra o 3 chili di carne di maiale. «Oggi i clienti protestano perché la trovano troppo cara», si difende Philipp Thonet, «ma un paio di centinaia di euro non sono troppi, noi continuiamo a selezionare legno di qualità, e il processo di fabbricazione è accurato». Per la verità, una 214 arriva a costare più di 600 euro, ma le creazioni moderne di sedie in plastica o acciaio costano anche di più, e non sono fatte a mano.
Fu Metternich nel 1842 a invitare a Vienna Michael Thonet. Il principe e cancelliere aveva buon gusto e protesse il falegname renano. Pensava anche di sfruttare la tecnica di Thonet a scopi militari, per fabbricare vagoni in legno per l’esercito austroungarico.
L’ altra idea geniale del falegname fu di spedire le sue creazioni smontate, pochi pezzi che occupavano poco spazio, in una cassa di un metro cubo si spedivano fino a 36 sedie, riducendo i costi. Entro il 1910 erano state vendute 50 milioni di Thonet in tutto il mondo. I figli del fondatore avevano allargato la produzione e possedevano sette fabbriche in Germania e in Austria, e presto aprirono una succursale a New York. Il catalogo conteneva 1.400 pezzi, non solo sedie, ma racchette da tennis, armadi, poltrone, tavoli, slitte. Michael, il falegname di Boppard, viene considerato il fondatore dell’industria del mobile moderna.
La Pinakothek possiede una collezione di 400 mobili della Thonet, esposti nella mostra, insieme a circa 300 oggetti giunti da altre collezioni. Dopo l’ultima guerra, la fabbrica di Vienna era in rovina, e le succursali nell’Europa dell’Est furono espropriate dai regimi comunisti. Georg Thonet riuscì a ricostruire la fabbrica di Frankenberg in Assia, dove oggi 180 falegnami provetti continuano a fabbricare sedie e altri mobili esattamente come 200 anni fa.