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 2019  maggio 31 Venerdì calendario

Periscopio

Lasciarsi o lisciarsi, questo è il problema. Dino Basili. Uffa News.Far ridere e governare sono due situazioni opposte: nella prima mostri, nella seconda dimostri. Beppe Grillo, comico. (Pasquale Elia). 7.
Perché Salvini è l’uomo forte che piace a più di un italiano su tre? «Perché ha colmato il vuoto lasciato libero dal berlusconismo». Francesco Storace, direttore del Secolo d’Italia (Concetto Vecchio). il venerdì.
Mi sono candidato a queste europee come capolista in tutte e 5 le circoscrizioni anche se ho perso dovunque. Era tempo che non si vedeva il simbolo del partito comunista, con la sua bella falce e martello. Era, per essere precisi, dal 2006 che non c’era più sulla scheda di elezioni nazionali. Anche se di liste di sinistra sinistra ce ne sono sempre state a bizzeffe: Arcobaleni, liste Ingroia, Tsipras, Potere al popolo... Abbiamo avuto tanti di quei nomi. Sono tutte conseguenze tardive della svolta occhettiana della Bolognina. Volevano emanciparsi dalla storia e dal simbolo, ma non sono riusciti a farlo completamente. Per anni hanno tenuto dentro piccolo il simbolo del Pci. Poi solo dopo via la falce e martello, passando attraverso Ds e Pd. Marco Rizzo, leader dei comunisti italiani (Franco Bechis). Il Tempo.
Dopo essere stato lasciato a casa da Dell’Utri, Cairo non si abbatte. C’è chi ha un travaso di bile e chi, come il Nostro, mise in moto la ghiandola surrenale, sprigionando adrenalina. Da qui, la seconda ragione per cui è detto Berluschino. D’ora in avanti Cairo ricalcherà le orme del Cav, ripetendone le gesta. Subito mise in piedi una simil Publitalia, per drenare pubblicità. L’aziendina crebbe in fretta e divenne Cairo Communication, presto quotata in borsa. Giancarlo Perna. LaVerità.
Oggi, sia pure con i mezzi pacifici, la Germania ha ottenuto l’obiettivo che aveva fallito scatenando due guerre mondiali: l’egemonia sull’Europa. E non sempre (per esempio verso la Grecia) l’ha esercitata con generosità o anche solo con lungimiranza. Aldo Cazzullo. Corsera.
L’esordio dell’orchestra Cherubini di Piacenza è del dicembre 2004. Il bilancio del primo quindicennio? Più di 700 giovani sono passati da Piacenza formando ogni tre anni una nuova Cherubini. Moltissimi ora siedono degnamente in orchestre italiane e straniere. Faccio un esempio: il primo flauto dell’Orchestra di Stato di Monaco si chiama Taballione e si è formato qui. Sono usciti tanti giovani che hanno trovato lavoro in un’Italia che non è molto generosa con la cultura in genere e musicale in particolare. Riccardo Muti (Pietro Visconti). La Libertà.
I miei inizi con il cinema furono disastrosi. Il mio primo film fu girato dai fratelli Taviani. Erano stati amici di mio padre. Un mese prima che morisse papà, presidente della giuria di Cannes, gli aveva fatto vincere la Palma d’oro. Era il maggio del 1977. Papà morì nel mese di giugno. Poco tempo dopo mi chiesero di recitare per un loro film. Dissi di no. E informai mia madre che non era d’accordo. Disse: il cinema è un’avventura di vita non lasciartela sfuggire. I Taviani insistettero e, alla fine, accettai. Il film si intitolava Il prato. Andò malissimo. Mi rividi goffa e impacciata. Provai dei sensi di colpa. Isabella Rossellini, attrice e testimonial (Gnoli). la Repubblica.
Il mio più grande desiderio è chiedere scusa a tutte le persone che ho ferito e scandalizzato con comportamenti da filibustiere. Vorrei dire al regista Marco Tullio Giordana che sono molto addolorato per aver perso la sua amicizia. Mi ha rivelato un dono, la scrittura, che non sapevo di possedere. È una gran bella anima, non lo sento da una quindicina di anni. Colpa mia. Talvolta mi capita di essere cattivo perché le mie rotelle non sempre funzionano. Bruno Zanin, attore in Amarcord di Federico Fellini. Stefano Lorenzetto, scrittore. Corsera.
Solness, che adesso interpreto al Piccolo Teatro di Milano, lo hanno fatto Ralph Fiennes in Inghilterra e John Turturro in America. È la storia faustiana di un vecchio che si illude di prolungare la vita oltre i limiti del tempo. Una vicenda anche di inganni e passioni proibite per una giovane ragazza, Hilde, che è Lucia Lavia. Non è scandaloso anche se sottilmente vorrei che lo fosse. Si parla di un vecchio signore a cui l’arrivo della ragazza, un bacio di tanti anni prima, provoca un’accelerazione di desiderio, come fosse una pastiglia di Viagra che cancella la paura della differenza d’età… A un’anteprima una signora che è venuta a complimentarsi mi ha detto «Scandalo? Nooo, anzi vorremmo essere tutte la ragazza». Umberto Orsini, attore (Anna Bandettini). la Repubblica.
Questo Giro d’Italia ha un nome nella memoria, quello di Fausto Coppi. Sono cent’anni dalla nascita, sarà a settembre, il Giro non può dimenticarlo: sul percorso infatti si è arrivati a Novi Ligure, Casa Coppi, a un passo c’è Castellania, paese natale che dal 5 marzo si chiama Castellania Coppi. E poi si è andati, il giorno dopo, a tentare di rifare con la Cuneo-Pinerolo (in versione ridotta), l’originale della tappa anno 1949, il massimo di Fausto Coppi, il giorno della leggenda e del «c’è un uomo solo al comando della corsa…». Gianni Mura. il venerdì.
A me Netanyahu non piace. Però non posso negare che abbia grandi qualità. È intelligentissimo. Un genio della comunicazione. E purtroppo anche uno straordinario manipolatore. Ha un figlio di 26 anni che passa le giornate sui social a seminare zizzania. E poi è un leader internazionale. Noi siamo un piccolo Paese di 8 milioni di abitanti, e Netanyahu è sempre in tv a conversare in russo con Putin, abbracciare Trump, stringere la mano a Modi, ridere con Xi-Jinping. Sono cose che fanno un certo effetto. E poi l’economia va bene. Abraham Yehoshua, scrittore israeliano (Aldo Cazzullo). Corsera.
Credere in Dio è una forma di presunzione; al massimo si può credere di credere. La ragione non ne darebbe motivo: Dio è indimostrabile, quindi non c’è. La dimostrazione che Dio esiste è una sola. L’arte. C’è della divinità nell’uomo, perché l’artista, aggiungendo bellezza al mondo, continua la creazione. Attraverso l’arte, l’uomo si immortala. Dante direbbe che «s’etterna». Vittorio Sgarbi, storico dell’arte (Aldo Cazzullo). Corsera.
Alla bambina regalarono, in occasione del suo battesimo, una medaglietta d’oro raffigurante la madonna di san Luca e, per gli anni a venire, un piccione in legno con le ruote, le ali battenti e lo spago per tirarselo dietro. Pupi Avati, Il papà di Giovanna. Mondadori, 2008.
L’invidioso è un impotente incapace di rassegnarsi. Roberto Gervaso. Il Messaggero.