ItaliaOggi, 31 maggio 2019
Nucleare, Cina leader mondiale
La Cina sarà leader mondiale nel settore dell’energia nucleare prima del 2030. Mentre i paesi ricchi chiudono i loro vecchi reattori, l’ex Impero di Mezzo ne ha 11 in cantiere e ben presto ospiterà sul proprio territorio il più grande parco mondiale di reattori nucleari. Oggi, nel mondo, ne sono in servizio 452, dei quali 98 negli Stati Uniti e 58 in Francia. Altri 54 sono in costruzione e, di questi, 11 in Cina.L’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) nel suo rapporto, ripreso da Le Figaro, sostiene che l’energia prodotta da fonti rinnovabili non è sufficiente a garantire la transizione verso l’energia pulita. Per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile è necessario fare ricorso al nucleare. A giudizio dell’Aie è indispensabile fare affidamento sul nucleare la cui produzione dovrà aumentare dell’80% entro il 2040. In questo si sta impegnando la Cina che è già la numero tre mondiale nel settore del nucleare con 46 reattori cui si aggiungeranno gli altri 11 in cantiere, cioè a dire il 20% circa, dei progetti mondiali nel nucleare. Forte di questo, la Cina conquisterà il primo posto del podio atomico entro sette anni, a detta de Le Figaro che fa presente anche che il risultato sarà raggiunto tenendo anche conto della chiusura programmata delle centrali negli Stati Uniti.
Per l’Aie, la priorità non è tanto costruire nuovi reattori nucleari, quanto allungare la vita delle centrali in servizio, secondo quanto ha detto a Le Figaro il suo direttore generale, Fatih Birol. Nel 2018, il nucleare ha prodotto il 10% dell’elettricità mondiale, ma questa risorsa è in declino, soprattutto nei paesi sviluppati dove, per decenni, ha rappresentato la principale fonte di elettricità a debole emissione di carbone: nel 2018 in questi Stati il nucleare ha generato il 18% dell’elettricità (più del 70% in Francia). Ma perderà i due terzi della propria capacità entro il 2040 con le politiche energetiche attuali. Nelle economie avanzate le centrali nucleari hanno in media 35 anni, troppi se si pensa che la loro longevità è programmata per 40 anni (60 negli Stati Uniti). Risultato, secondo l’Aie: un reattore su quattro dovrà essere chiuso di qui al 2025.
La maggioranza degli Stati ha deciso di ridurre la parte del nucleare come fonte di energia e si stanno concentrando sulla messa fuori servizio delle proprie centrali. In Francia, il presidente Emmanuel Macron ha annunciato al chiusura di 14 reattori entro il 2035 mentre la Germania punta alla chiusura di tutte il proprio parco nucleare nel 2022, secondo quanto ha riportato Le Figaro. Eppure l’energia nucleare ha portato vantaggi secondo l’Aie. La sua produzione non soffre l’intermittenza del solare e dell’eolico. Emette poco C02, punto cruciale per l’Aie che ammette che nei paesi ricchi l’ipotesi di realizzare nuovi progetti nucleari incontra molti ostacoli compreso lo sforamento di costi e tempi di costruzione, secondo quanto ha riferito Le Figaro facendo l’esempio della centrale di Flamanville (11 miliardi di euro), di Edf, i cui tempi di costruzione continuano a prolungarsi per difetti di progettazione, con conseguente aumento dei costi.
Diversamente, prolungare la durata di vita di una centrale costa molto meno che costruirne una nuova e la sua produzione resta, in genere, competitiva nel confronto con le altre tecnologie, secondo quanto ha affermato l’Aie. È il modo migliore per far costare meno il prezzo dell’energia prodotta.
Secondo l’agenzia, per il mancato rilancio del nucleare sarà necessario investire in altre fonti di energia all’incirca 1.600 miliardi di dollari entro il 2040. E questo potrebbe comportare un aumento del prezzo dell’elettricità per i consumatori. Inoltre, l’agenzia diretta da Fatih Birol si preoccupa anche per la mancanza di capitali dedicati al settore. Gli investitori sono sempre meno incoraggiati a interessarsene. La Ue, ha ricordato Le Figaro, attraverso un voto del parlamento il mese scorso, ha escluso il nucleare (come i combustibili fossili) dalla propria definizione di finanza verde e dagli investimenti sostenibili sul piano ambientale.