Corriere della Sera, 31 maggio 2019
La finanziaria del benessere in Nuova Zelanda
La voce più cospicua è la salute mentale: oltre un miliardo di euro in 5 anni per inserire uno psicologo in ogni ambulatorio di medicina di base, ridurre i crescenti tassi di suicidio e potenziare la lotta a dipendenze, ansia e depressione. Poi lotta alla povertà infantile e alla violenza domestica, emergenze nazionali; aiuti ai senzatetto, alle comunità indigene e alla ricerca contro il global warming, per 3,5 miliardi di dollari neozelandesi (2 miliardi di euro). Ma soprattutto l’impiego dei Living Standards Framework, cioè di parametri dello standard di vita: diversi indicatori – dalla qualità dell’acqua alla solitudine dei cittadini all’accesso alle case – che dovranno orientare le politiche di ciascun ministero (accanto alla tradizionale analisi costi-benefici), in un esperimento che la Nuova Zelanda è il primo Paese al mondo a condurre. Il governo laburista di Jacinda Ardern, che a 38 anni è la più giovane premier donna al mondo, ha presentato ieri la finanziaria 2019, ribattezzata il «bilancio del benessere».
Già altri Paesi monitorano il benessere psicologico dei propri abitanti. Ad esempio il Bhutan, che ha introdotto il concetto di Felicità interna lorda. La Nuova Zelanda, però, è il primo a inserire indicatori di questo tipo in una finanziaria. Il «Bilancio del benessere» era molto atteso dalla comunità internazionale già da gennaio, quando Ardern lo aveva annunciato al World Economic Forum di Davos. A una tavola rotonda intitolata «Oltre il Pil» aveva parlato per la prima volta di «Wellbeing budget», sottolineando come la montata dei populismi nel mondo si debba anche a una scarsa incidenza della politica sulle condizioni di vita dei cittadini. «Noi – aveva detto – faremo diversamente».
«Molti neozelandesi – ha ribadito ieri il ministro delle Finanze Grant Robertson presentando il bilancio al Parlamento – non beneficiano nelle loro vite quotidiane della crescita economica del Paese». Che è spedita: secondo le previsioni dell’Fmi l’economia neozelandese crescerà del 2,5% nel 2019 e del 2,9% nel 2020. Benessere significa, ha proseguito il ministro, «mettere tutti i cittadini in condizione di vivere una vita che abbia per loro significato ed equilibrio». Anche a costo, evidentemente, di rallentare un po’ la crescita.
Dunque lotta ad ansia, depressione, dipendenze che colpiscono secondo il governo circa 325 mila cittadini: «Un tema che sento molto – ha detto Jacinda Ardern – perché quasi tutti noi abbiamo amici o famigliari che ne sono affetti. Sapere che da oggi un cittadino può andare dal medico di base e trovarci supporto psicologico adeguato è un primo passo cruciale». Altri 320 milioni sono stati stanziati per combattere la violenza domestica: la polizia riferisce di una denuncia ogni 4 minuti. E un miliardo di dollari (580 milioni di euro) vanno alla lotta contro la povertà infantile: secondo l’Unicef il 27% dei bambini non dispone di cibo nutriente, cure mediche adeguate e di una casa calda e asciutta. L’opposizione conservatrice – per bocca del leader Simon Bridges – parla di operazione «di facciata». Ma gli osservatori internazionali guardano all’esperimento con attenzione. Non solo loro: alla vigilia della presentazione della nuova legge, sono stati riscontrati duemila tentativi di hackeraggio ai server governativi.