la Repubblica, 30 maggio 2019
Intervista a Gerry Scotti
L’intervistaGerry Scotti “Mi hanno salvato i pannolini"di Antonio DipollinaVirginio “Gerry” Scotti, 63 anni, gigante tv da protagonista, Striscia, il preserale di Caduta libera e a rotazione nell’arco dell’anno una decina di altri programmi, un’alluvione di spot, su altri nomi eccellenti della tv generalista, commerciale e no, si teorizza e si fa quasi filosofia. Lui invece è una macchina, forse la macchina, e forse di quella tv a quel punto è l’esponente più simbolico.Qual è la dimensione televisiva nella quale ritiene di vivere?«Direi quella dell’eroe».Meglio spiegare.«Sono nato alla tv nella fase in cui, al massimo, ti giocava contro il telecomando. La famiglia davanti allo schermo, il programma piaceva, bene, non piaceva, clic.Oggi cenano e poi ognuno va per fatti suoi, con lo smartphone, il tablet. Quando realizzo, come in certi sabato sera di Tú sí que vales, che i numeri e la composizione del pubblico ricreano per una volta quella situazione di allora mi sento eroico, sì. È un’impresa».Ma sentendosi un dinosauro?«Sentendo l’orgoglio di essere al centro di quella tv per tutti che rimane forte in tutto il mondo.Negli Usa il quiz Geopardy! va in onda dagli anni Sessanta. Sono un fiero esponente di questo filone mondiale. Resistenziale, forse».Dicono che la tv cambiò col “Grande Fratello”. C’è chi pensa che invece “Il milionario” fu più dirompente.«Questo mi fa piacere».Il Gf era l’idea del secolo, dal nulla. “Il milionario” minava invece alla base il meccanismo storico dei quiz, non serviva sapere nulla, bisognava solo creare lo show dell’attesa della risposta.«Andava a cogliere il nascente protagonismo della gente comune, la voglia di partecipare per quello che si era. Al Rischiatutto nessuno pensava: quei soldi potevo vincerli anch’io. Col Milionario sì, decisivo».Il quiz populista.«Se vuole».Eppure lei all’epoca faceva “Passaparola” nel preserale: seguitissimo, bello, svelto e intelligente.«Appunto. E quindi? E aggiungouna cosa: Passaparola era la continuazione con altri mezzi del maestro Manzi: alfabetizzava, a un livello superiore rispetto ad allora, ma faceva quello».Oggi il preserale è “Caduta libera”, più game, ma funziona e poi c’è lei, detto lo Zio d’Italia: ovvero state addosso a un colosso come “L’eredità”.«Il preserale guai a chi lo tocca, lì anche per motivi di cena e orari hai quasi la sicurezza della famiglia riunita».Ma a “Striscia” si diverte?«Ho una profonda complicità con Antonio Ricci. È l’unico amico intellettuale che ho. E quindi me lo tengo stretto».Ma alla fine cos’è la tv generalista davvero, ancora?«Preferisco parlare di tv commerciale. Per me è ancora lo specchio dello stato di salute economico del paese».Quindi non è messa benissimo.«Quindi resiste con tutte le cautele del caso. E lavoriamo tutti per farla andare meglio».Vaghi cenni di berlusconismo… «E che gli vuoi dire? Ha fatto tutto, ha cambiato la politica, a quel punto ha mollato le tv, ma davvero».A proposito, lei non compare nel famoso elenco di divi tv che nel ‘94 fecero appelli al voto.«Non me l’hanno chiesto. Ci sarà un motivo. A me piace pensare di averlo fatto capire. Mai ricevuta peraltro una telefonata, anche negli anni a venire. Un giorno mi sono guardato allo specchio e ho detto: Gerry, se questa libertà te la devi guadagnare a furia di pannolini e cracker da pubblicizzare, va bene così. Ti vorranno sempre, per quello. E i pannolini ti salveranno la vita».Eppure aveva un passato politico, il Psi degli anni d’oro, parlamentare. E non solo: ha scritto anche la prefazione al libro sulle discoteche del compianto De Michelis.«Venne da me e mi disse: zovanotto, mi prendono in giro tutti e allora sa cosa? Io scrivo un libro, mi faccia la prefazione, se metèmo d’acordo».La politica non andò benissimo.«Non me ne vanto, mi vergogno anche un po’ ma non faceva per me. Avrei dovuto capirlo il giorno prima dell’insediamento a deputato. Ero a Riccione per un lavoro balnear-musicale, non avevo un vestito da mettermi. Vado al negozio e dico che voglio una cosa elegante e sobria e il commesso mi porta abiti color panna: Gerry, ma quale blu, lei è un tipo allegro. E taglio corto: guardi, devo andare a un funerale. Quindi entrai alla Camera con il vestito, e forse lo spirito, giusto».Aveva detto: a 60 anni smetto con la tv.«Poi mi hanno cercato ancora.Adesso è: quando non avrò un programma e passerò da un’ospitata all’altra, abbattetemi».Ma ha ancora qualche sfizio televisivo da togliersi?«Certo. Vorrei fare divulgazione, se mi offrono il programma giusto.Come le sembra? Il Sir David Attenborough italiano».Sicuro?«E che faccio, mi pongo dei limiti proprio adesso?».©RIPRODUZIONE RISERVATA fVolevo smettere a 60 anni ma mi hanno cercato ancora.Quando farò ospitate da un programma all’altro, abbattetemi La politica non faceva per me e avrei dovuto capirlo il giorno prima dell’insediamento come deputatog