Libero, 30 maggio 2019
I danni causati dagli amanti
Avere un’amante genera una serie inesausta di flagelli. Storie improvvide che non sono mai state nuove ma non invecchiano mai, quelle con gli/le amanti fanno disperdere tempo, energie e pure soldi, a volte tanti. Ma gli/le imprudenti, meglio, impudenti, che pensano di tenere per… il cavallo dei pantaloni la metà fedifraga e avanzano pretese, rischiano anche di prenderle. Anzi, oltre a un occhio nero, rischiano di incassare una macchia sulla fedina penale. Amanti ossessivi o mariuoli, state in campana e leggete queste storie di relazioni pericolose. Un cinquantasettenne romano si è scelto un’amante molesta: la donna, un’italiana di quarantasei anni, dopo l’avventura extraconiugale (per lui), si è ritrovata messa alla porta. Non le è andata giù: dal 2016 fino all’altro ieri la signora ha minacciato continuamente il partner di spifferare tutto alla moglie. Per non mandare a catafascio la sua vita, l’uomo è stato costretto a versare alla donna ben ventimila euro. Il ricatto non era una banale minaccia verbale, ma arricchito da fotografie compromettenti e inequivocabili messaggi. Dopo tre anni, però, l’uomo, esaurito dalle continue e incessanti richieste della ex, ha deciso di denunciare il fatto ai carabinieri della stazione di Villa Bonelli di Roma.
ESTORSIONE
Le forze dell’ordine, dopo i dovuti accertamenti, hanno arrestato la donna, che ora si trova nel carcere di Rebibbia, con l’accusa di estorsione. Coglierla in flagranza di reato è stato un attimo: l’uomo le ha chiesto un appuntamento per consegnarle l’ennesima somma di denaro da lei richiesta e, ad attenderla, c’erano anche i carabinieri, appostati a pochi metri dal luogo dell’incontro. La donna è stata bloccata proprio nel momento in cui intascava la busta con ottocento euro. Oltre a chi sopporta e poi si affida alla giustizia, c’è anche chi è meno paziente e meno lungimirante, e in questo caso finisce male anche per lui: un quarantenne ammogliato, imprenditore nel settore dei trasporti di Montichiari, nel Bresciano, con l’aiuto di un complice, ha chiuso l’amante isterica in un garage, l’ha picchiata e le ha rubato il telefono che conteneva le prove della loro storia. La vicenda risale alla fine del 2018, ma si è conclusa solo lunedì scorso. Nei mesi successivi, infatti, la donna, una barista quarantenne, è finita nel registro degli indagati con l’accusa di molestie. A dare il la alla commedia, infatti, era stata proprio l’amante, che spesso, anche durante la notte, telefonava alla moglie dell’uomo: digitava il numero, aspettava che la consorte del suo innamorato rispondesse, e poi stava zitta. Non ha mai avuto cuore, o coraggio, per dirle che il compagno la tradiva, o forse voleva inviare avvertimenti indiretti a lui. La coniuge, stufa di quelle telefonate anonime, e a vuoto, alle tre di notte, si è rivolta alla polizia: da qui sono partite le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Donato Greco. Risalire dal numero al mittente è stato facile. Il fedifrago, però, temendo che con la polizia di mezzo l’amante rivelasse tutto alla moglie, aveva escogitato l’ “infallibile” piano di rinchiuderla in un garage. Dopo aver ricostruito l’intricato panorama, la Procura di Brescia ha arrestato l’imprenditore, accusato di sequestro di persona, rapina e lesioni. L’uomo, inoltre, ha ricevuto l’atto di divieto di avvicinarsi all’amante.
LA GIUSTIZIA
L’amante vendicativa/o è un incubo tanto comune e tanto ingarbugliato. La Cassazione si è dovuta esprimere in proposito, con una sentenza del luglio 2018. Chi minaccia una persona in cambio di soldi commette il reato di estorsione; ma non solo: secondo la Suprema Corte, infatti, anche rivelare alla moglie la propria relazione con il marito (o viceversa) è un reato. Si mina l’unità familiare e si finisce per procurare un ingiusto danno: il coniuge è il solo soggetto titolato a contestare un tradimento. C’è di più: le corna non si possono confidare ad altri, pena incappare nel reato di diffamazione, per il disvalore sociale che è attribuito al comportamento di chi, seppur sposato, ha l’amante. Insomma, contro l’amante minacciosa, una soluzione c’è, e non è ricoprirla di botte: basta presentare una querela al commissariato di Polizia, o caserma dei Carabinieri. Se invece la frittata è già stata fatta, quantomeno ci si può guadagnare qualcosa: citando la troppo intraprendente signora in un giudizio civile, si può ottenere un risarcimento per i danni patiti dalla rivelazione della tresca.