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 2019  maggio 30 Giovedì calendario

In Asia centrale, russi e americani contro l’Isis

Aumentano le preoccupazioni in Afghanistan per il ritorno della minaccia dei gruppi jihadisti che vogliono estendersi nell’Asia centrale, secondo quanto hanno fatto sapere i servizi russi e americani: Al-Qaida e l’Isis si stiano rafforzandosi di nuovo nella regione, ha riportato Le Monde. Nonostante il processo di pace afghano lanciato dagli Stati Uniti nell’autunno del 2018 e il crescente disinteresse della comunità internazionale in Afghanistan, due alti funzionari di sicurezza russi e statunitensi hanno ricordato che la minaccia dell’installazione di gruppi jihadisti è di nuovo preoccupante.Martedì 21 maggio, Alexander Bortnikov, capo del Servizio di intelligence interna russa (Fsb), ha avvertito, durante un viaggio in Tagikistan, paese confinante con l’Afghanistan, della presenza di circa 5 mila combattenti affiliati all’organizzazione dello Stato islamico (Isis) in questa regione. Questo è avvenuto due giorni dopo l’evasione di massa di affiliati all’Isis dalla prigione nei pressi della capitale del Tagikistan, Duanbe. Molti dei prigionieri evasi erano tornati dall’Iraq e dalla Siria. Secondo le autorità quasi un migliaio è partito per arruolarsi nelle fila dell’Isis. Nella rivolta, 32 persone sono state uccise, incluse tre guardie e altri cinque detenuti. Tra i rivoltosi, 24 sono morti e 35 sono stati arrestati: tutti, secondo il ministero della giustizia del Tagikistan, erano affiliati all’Isis.
Tra i leader della rivolta, le forze di sicurezza affermano di aver identificato Bekhrouz Goulmourod, figlio dell’ex capo delle forze speciali del Tagikistan e divenuto un alto funzionario dell’Isis in Siria dove è morto alla fine del 2017. Bekhrouz nel luglio 2017 è stato condannato a dieci anni di carcere per aver tentato di aderire allo Stato Islamico in Siria. Nel novembre 2018, un altro tentativo di fuga di massa perpetrato dall’Isis è costato la vita a quasi 26 persone in una prigione nella città nord-orientale di Khodjent. Ciò che preoccupa Mosca e l’Fsb, sono «le infiltrazioni sotto la copertura dello status di rifugiati e i legami con il crimine organizzato», secondo quanto ha riportato Le Monde.
Nel 2015, l’Isis ha creato «l’Emirato di Korasan», un vecchio termine per la regione che comprende parte dell’Asia meridionale e dell’Asia centrale. In Afghanistan, questo movimento si basava inizialmente su insorti isolati, in rotta da una parte all’altra del confine tra Afghanistan e Pakistan, che cercavano di controllare piccoli territori locali. Grazie ai combattenti talebani pakistani cacciati dall’esercito di Islamabad, l’Isis è stato in grado di stabilirsi nei distretti del nord-est dell’Afghanistan e sta cercando di stabilirsi nel resto del paese: a Kabul sfida la Nato e il governo afghano. Anche un report dell’Onu ha dichiarato al volontà dello Stato Islamico di estendersi nell’Asia centrale. Inoltre la nato ha confermato di avere prove della presenza di Al-Qaida su tutto il territorio afghano.