Corriere della Sera, 29 maggio 2019
Milly Carlucci difende Ballando con le stelle
«No, sul serio, non ho un preferito. Ho creato questa ricetta e ogni concorrente è un ingrediente che ho voluto: come faccio a preferirne uno?». Per Milly Carlucci è meglio concentrarsi sul risultato finale, e in vista dell’ultima puntata di Ballando con le Stelle (venerdì, Rai1) si concede un bilancio col segno più: «Lo show prende vita a seconda del cast. È stato un meraviglioso viaggio di esplorazione, anche con momenti difficili. Un Ballando felice».
Gli ascolti sono andati bene: cosa ha funzionato?
«Tutti i concorrenti sono cresciuti, raccontandoci anche qualcosa di privato. Ballando dovrebbe figurare nell’albo degli psicologi».
C’è chi la vede come una deriva non positiva...
«All’inizio il ballo dominava ma oggi facciamo anche quattro ore di diretta. Io poi ho sempre spinto in questo senso: è bello vedere Bolt alle Olimpiadi. Ma quanto sarebbe magico se, oltre al gesto atletico, svelasse quello che ha passato per arrivare fin lì?».
È qualcosa in comune con Maria De Filippi, non crede?
«Noi mescoliamo tanti generi: il varietà, lo sport e la narrazione. I paragoni con altri non mi destabilizzano. La singolar tenzone tra me e lei è frutto dei giornali: la sfida è tra network. Con Maria ci siamo sentite: c’è stima e simpatia. L’avrei voluta come ballerina per una notte e lei era divertita. Ma era in onda fino a pochi giorni fa. Non poniamo limiti per il futuro, magari un collegamento tra le reti».
Raffaella Carrà è stata ad «Amici». Le è dispiaciuto?
«Ognuno fa le proprie scelte e va dove vuole. Raffaella non aveva un contratto che glielo impedisse, bene così».
Parliamo dei suoi concorrenti. Milena Vukotic è la vincitrice morale, non pensa?
«La sua vittoria è stata far conoscere una donna elegante e meravigliosa. Dà un messaggio di speranza: in tutte le stagioni della vita, se vogliamo, possiamo restare noi stessi. Come ha fatto Carolyn Smith: nemmeno la malattia ci deve trasformare».
Ha fatto ballare Nunzia De Girolamo e Antonio Razzi.
«Il fatto che non fossero più politici è stata la condizione. Entrambi si son buttati alle spalle il passato: discriminarli non era giusto e di politica non abbiamo parlato».
In realtà i giudici li hanno spesso punti su questo
«Ai nostri giudici andrebbe il premio limone. Dicono cose che non direi: siamo caratterialmente diversi. Io sono l’allenatore, devo motivare. Loro dare scossoni. Da noi c’è antagonismo ma è come quando giochi a carte con gli amici e vuoi vincere».
Un’altra presenza discussa: suor Cristina.
«Lo sapevamo dal principio. Ma grazie a lei di sabato sera abbiamo parlato di fede, scelte, spiritualità... abbiamo lanciato il seme di una discussione diversa. Molti non hanno condiviso, ma ne hanno parlato».
Momenti bui?
«La mia frattura al piede ha messo un’ombra su tutto. Avevo il metatarso incrinato e dopo due puntate sui tacchi, imbottita di antidolorifici, la frattura. È stato difficile mantenere il sorriso».
Il 6 giugno partirà su Rai5 «Il sogno del podio».
«È un talent sulla musica classica tra giovani direttori d’orchestra under 30. È un contest che esiste da anni, e che mette in palio l’opportunità di lavorare alla London Symphony Orchestra. Non erano mai entrate le telecamere. Se va bene chissà che vada anche sulle generaliste».
«Ballando» è confermato?
«La direttrice è felicissima di noi, quindi sì, torneremo».
Sogna qualche ospite?
«Penso in grande? Allora Michelle Obama».