Corriere della Sera, 29 maggio 2019
Confessioni di Keanu Reeves
«Sono depresso solo quando leggo chi mi descrive come un individuo infelice, che deve fare i conti con la morte di persone a lui care e con una malinconia perenne. Ho una vita serena, in verità, e tendo all’isolamento, ma non sempre. Quando organizzo con gli amici scorribande in moto sulle strade della California mi sento pieno di energia e prospettive». Sorride. In barba all’abbigliamento all black , scarpe, camicia, jeans, occhiali da sole con lenti nere compresi.
Keanu Reeves scende in moto dalla sua casa sulle colline di Hollywood, va nelle librerie che predilige, non frequenta night o tappeti rossi se non per le prime dei suoi film. Smentisce la sua partecipazione a un nuovo Fast & Furious, conferma che girerà il quarto round del thriller d’azione John Wick e dichiara di essersi molto divertito a doppiare il giocattolo Duke Caboom, basato sulla figura di uno stuntman canadese, in Toy Story 4.
E poi c’è l’attività di «poeta». «Ho collaborato alla nuova edizione del mio piccolo libro Ode to Happiness con i disegni della mia amica Alexandra Grant, ma questa volta tutti potranno mettere i colori che vogliono nelle immagini e figure». Ammette: «Questa è una cosa che nei momenti liberi mi rilassa molto: è divertente scegliere i pastelli che vuoi per dare una certa vita alle figure e illustrazioni dei libri. Vivo molto di immagini o paesaggi e anche in campo musicale mi piace la musica che in qualche modo riesco a vedere». Non ha musicisti o pittori e disegnatori grafici prediletti. «Le mie preferenze dipendono dai miei stati d’animo e in questo atteggiamento non sono cambiato, anche se ho superato, me ne stupisco sempre, i 50 anni e, anzi, tra cinque ne avrò sessanta e non credo di voler continuare a essere un attore in primis di storie d’azione né ho accantonato l’idea di passare dietro la cinepresa in un film indipendente. Hollywood è dominata dai blockbuster super spettacolari e il mio non è un giudizio negativo, ma con i milioni di dollari guadagnati, gli Studios potrebbero offrire occasioni diverse ai giovani talenti nel campo della regia».
Da Point Break – Punto di rottura alla serie di Matrix, i suoi ricordi sono di gratitudine per un mestiere che gli ha dato molto. «Prima ancora ricordo il piacere di aver recitato diretto da Ron Howard in Parenti, nemici e tanti guai e da Lawrence Kasdan in Ti amerò... sino ad ammazzarti. Rammento i sentimenti di La casa sul lago con Sandra Bullock, alla quale sono legato da sincera amicizia anche perché lei, come me, predilige l’isolamento e il privato alle esibizioni. Il mio ultimo impegno, Always Be My May Be è diretto da una donna. Mi interessano molto gli scambi con le donne che stanno dietro la cinepresa e spesso sono anche direttrici della fotografia».
È legato all’Italia, dove vive sua sorella, che qui si è curata per una complessa forma di leucemia. «Tornare in Italia è sempre una iniezione di energia e di bellezza per me e sono davvero contento se un mio film va bene sul vostro mercato. In quanto a mia sorella sarei più tranquillo nell’averla accanto, ma deve fare solo ciò che la rasserena. L’Italia per me significa anche Bertolucci, in qualche modo il Siddharta che Bernardo mi ha dato in Piccolo Buddha, perché il viaggio interiore che ho compiuto in quell’occasione è dentro di me».
Adesso dal cinema si aspetta storie coinvolgenti. «Cosa che la televisione negli ultimi tempi offre in alternativa ai super eroi e anche ai miei uomini d’azione. Prenderò parte a due diverse serie, che mi interessano molto». Sul futuro: «Sarà il frutto del mio passato di attore e di uomo. Inoltre, sono coinvolto in un club di motociclisti. Quando hai un casco in testa sei protetto in tutti i modi, anche dalla curiosità della gente, i tuoi pensieri sono più liberi e distesi e non hai computer e hacker intorno, ma sei dentro la realtà, non di fronte a un monitor».
Non ha abbandonato l’idea di avere un figlio: «Ma da ragazzo ho sofferto separazioni e distacchi in famiglia e vorrei un figlio soltanto se le circostanze mi offrissero un rapporto stabile e complice in ogni aspetto dell’esistenza quotidiana».