Libero, 29 maggio 2019
Il potere del testosterone
Negli uomini a partire dai 40 anni il testosterone scende di circa l’1% all’anno, e dopo i 60 anni si può avere una riduzione dei livelli tale da dare sintomi evidenti. Questa condizione fisiologica, chiamata andropausa, e che equivale più o meno alla menopausa femminile, è stata l’argomento principale dell’ultimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Andrologia (Sia) che si è tenuto nel fine settimana a Bari, perché negli ultimi due decenni il calo dell’ormone maschile per eccellenza è risultato sempre più diffuso e soprattutto è risultato anticipato a partire dai 40 anni. È stato stimato che quasi due milioni di italiani in questa età hanno un deficit di testosterone, ai quali si aggiunge circa un milione di over 60 che presentano la stessa carenza ormonale. La preoccupazione degli esperti si è rivolta non tanto agli effetti classici del calo, quali la diminuzione del desiderio o l’insorgere di problemi sessuali, quanto alle altre patologie concomitanti favorite dalla ridotta protezione ormonale, quali le malattie cardiovascolari, l’osteoporosi, l’obesità, il diabete, fino alla compromissione delle funzioni cognitive. Il testosterone infatti è fondamentale per mantenere l’equilibrio psico-fisico dell’uomo, ed il suo abbassamento non deve preoccupare chi lo accusa solo sotto fra le lenzuola, ma soprattutto per le conseguenze che può avere sulla salute generale. Il deficit di testosterone porta infatti ad un aumento di due volte e mezzo il rischio di mortalità cardiovascolare nell’arco di 10 anni rispetto a chi ha livelli più elevati, indipendentemente da altri fattori, come fumo ed alcol, fa salire del 50% il pericolo di ammalarsi di diabete, ed è correlato anche all’osteoporosi, tanto che un anziano su due con frattura del femore ne presenta una forte carenza. Il testosterone nell’uomo è deputato principalmente allo sviluppo degli organi genitali, dei caratteri sessuali secondari, come la crescita della barba, la distribuzione dei peli, il timbro della voce e la muscolatura, e nell’età puberale interviene anche sullo sviluppo scheletrico e sull’allungamento delle ossa.
STIMOLANTE
Nell’uomo adulto il testosterone gioca un ruolo importante per quanto riguarda la sessualità, poiché contribuisce a garantire la fertilità, in quanto stimola la maturazione degli spermatozoi nei testicoli, influenza la qualità e la quantità dello sperma, agendo sulle vie seminali e sulla prostata, e regola il desiderio e la soddisfazione sessuale, determinando l’inizio e la fine dell’erezione e dell’eiaculazione. Ma, al pari degli estrogeni femminili, l’ormone maschile svolge una funzione ancora più determinante sull’apparato muscolo-scheletrico, sulla circolazione sanguigna e sulla salute generale, intesa come protezione da malattie metaboliche croniche, e migliora anche le facoltà cognitive diminuendo il rischio di depressione e di demenza.
OCCHIO ALLA BARBA
La produzione di questo ormone dura tutta la vita, inizia già nell’età fetale, e tra gli 11 e i 18 anni la sua sintesi aumenta rapidamente fino a raggiungere il livello di 5-7 mg al giorno dell’età adulta, per proseguire con un declino fisiologico tra i 2-3 mg dai 70 anni in poi, con molte differenze individuali, perché un maschio poco virile può raggiungere a 20 anni una produzione testosteronica pari a quella di cui dispone un maschio molto virile di 60 anni, come un uomo di 70 anni può possedere meno della metà del testosterone che aveva nel sangue a 20 anni. La sintesi dell’ormone maschile è influenzata da molti fattori, ma comunque dopo i 40 anni, non appena si presentano sintomi come stanchezza muscolare, apatia e riduzione della velocità di crescita della barba (i due segnali principali di deficit ormonale) è bene controllare il suo livello ematico, non solo per ridare vigore alla passione fisica, sessuale e intellettuale, ma per evitare il calo progressivo favorente le complicanze generali succitate. Oggi circa un terzo delle donne che entrano in menopausa decidono di seguire la Terapia Sostitutiva (Tos) assumendo lo stesso dosaggio ormonale presente nel periodo fertile, non tanto per prolungare la giovinezza o ritardare l’invecchiamento, quanto per allontanare i disturbi dovuti al calo degli estrogeni che, come per l’uomo, sono di rischio vascolare, cardiaco, osseo e depressivo. Anche nell’andropausa, infatti, può manifestarsi uno stato di irritabilità e depressione, mancanza di forza e di iniziative, difficoltà di erezione, minore produzione di liquido seminale e problemi urinari, ma, al contrario di quella femminile, quella maschile non avviene mai in maniera netta e veloce, ma sempre in modo lento e progressivo, dando la possibilità di adattarsi armonicamente alla nuova condizione, e anche per tale motivo questa condizione non viene quasi mai corretta farmacologicamente. Molte evidenze scientifiche, però, suggeriscono anche agli uomini di riequilibrare i livelli fisiologici di testosterone una volta entrati in andropausa conclamata, soprattutto se insorta in età precoce, non per la protezione dell’attivita sessuale bensì a scopo preventivo, cioè per allontanare il rischio di complicanze organiche. Il testosterone però è un ormone che non deve mai essere assunto senza controllo medico, come fanno spesso i culturisti abbinandolo agli steroidi anabolizzanti, e mai prima di accertare il suo diminuito dosaggio nel sangue, perché anche il sovradosaggio può dare ripercussioni negative. È bene sottolineare inoltre, che l’associazione tra i livelli di testosterone ed aggressività che in genere viene invocata nell’uomo è una credenza popolare, poiché sebbene gli uomini siano in genere più aggressivi delle donne, nei grandi criminali della storia non sono stati trovati maggiori livelli di questo ormone rispetto alle persone dello stesso sesso che non delinquono. terapia e gel L’assunzione di testosterone per ritardare l’andropausa è finalizzata alla cura e alla prevenzione dei disturbi provocati da tale condizione a lungo termine, mentre nel breve termine si assiste ad un netto miglioramento dell’umore e ad una maggiore grinta nell’affrontare la vita quotidiana, inclusa quella sessuale. Tale terapia sostitutiva è controindicata nei soggetti che hanno un cancro alla prostata o che per familiarità sono soggetti a questa malattia, anche se gli studi scientifici non hanno trovato un aumento di rischio di sviluppo della neoplasia prostatica. La somministrazione del testosterone avviene per via transdermica (in gel da spalmare sulla pelle) oppure per via intramuscolare, e può risultare assai utile in molte condizioni poiché l’obiettivo terapeutico è semplicemente di aggiungere quel tanto che basta per riportare il livello ormonale nella norma. Negli Usa, in Canada e in Nuova Zelanda dopo il 2010 si è avuto un aumento esplosivo delle vendite di testosterone nell’invecchiamento e nei problemi età correlati, facendo pressione sul decadimento delle condizioni fisiche e della libido dopo i 70 anni, mentre lo scopo principale, come nelle donne, è quello di evitare il progredire delle complicanze che l’abbassamento di tale ormone sessuale provoca nel genere maschile.