Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  maggio 28 Martedì calendario

Il giro d’affari dei nudisti

Forte di una solida tradizione secolare, glorificato da discepoli illustri, per esempio Gabriele D’Annunzio, oggi il naturismo genera, per l’economia turistica italiana, un fatturato di oltre 54 milioni di euro all’anno. Il naturismo - da non confondere con il nudismo - non promuove solo la nudità ma un contatto “originale” dell’essere umano con l’ambiente. Bene, al mondo ci sarebbero almeno 70 milioni di persone che deambulano per loro scelta in abiti adamitici, dei quali 500mila in Italia. Come è immaginabile, i problemi generati dal costume di non portare costume sono molti: sono frequenti gli episodi in cui i cosiddetti guardoni spiano nascosti dietro un cespuglio, nel migliore dei casi; nelle peggiori evenienze, capita di dover chiedere aiuto alle forze dell’ordine, quando qualcuno che difetta di autocontrollo arriva a masturbarsi davanti a chi sta solo prendendo il sole senza niente addosso.

VUOTO NORMATIVO
Secondo lo studio JFC 2017, solo tre italiani su dieci restano in Italia a trascorrere le vacanze: non esiste, infatti, alcuna legge nazionale che regoli il nudismo e così le Regioni e i Comuni si arrabattano come possono. I vicini d’Oltralpe sono più bravi: in Francia sono state dedicate 397 strutture e 73 spiagge (contro le cinque italiane), e ne è nato un business da 300 milioni di euro, che dà lavoro a tremila persone. Ultimo caso ad aver dato notizia è Lido di Dante, frazione del comune di Ravenna, da oltre trent’anni meta privilegiata di coloro che praticano l’assenza di abbigliamento: qui, dal 31 maggio al 2 giugno, un festival naturista attirerà sulle spiagge oltre un migliaio di persone. Organizzato per due anni dall’Associazione naturista emiliano romagnola, che però quest’anno ha deciso di spostarsi nel Gargano, in Puglia, per diatribe con l’amministrazione comunale (ma il sindaco, Michele de Pascale smentisce: «Si è trattato di problemi interni all’associazione. E comunque il festival è solo una piccola parte del fenomeno»), ne prenderà le redini il Camping Classe, da sempre frequentato da tedeschi, olandesi, francesi e austriaci. «Io e la mia famiglia abbiamo preso in mano la situazione», ha spiegato Roberto Giampreti, titolare del campeggio. Giampreti, 61 anni, dopo venti anni passati a gestire hotel vestito in giacca e cravatta, ha deciso di mollare tutto e di fare il salto: per se stesso è più prudente dei suoi clienti, «passo la giornata in maglietta e pantaloncini», ha raccontato. Guadagna meno, ma assicura che la qualità della sua vita è migliorata: «Nel naturismo non c’è nulla di sbagliato, dà un gran senso di libertà». Gli ultimi dieci anni sono stati difficili per il turismo “ignudo” della zona: dal 2007, infatti, non sono più state emanate ordinanze che delimitano la spiaggia naturista, che necessiterebbe anche di strutture igieniche impossibili da installare nella pineta perché riserva naturale. A questo, si sono aggiunte delle denunce ai naturisti per “atti osceni in luogo pubblico” (poi tutte archiviate in tribunale) e i fenomeni di degrado, come quello dei guardoni, persone che si nascondono nella vegetazione della pineta, appena alle spalle della spiaggia, e sbirciano.

IMPATTO ECONOMICO
Il clima ostile verso questo genere di turismo, però, ha nuociuto a varie attività del paese nate anche e soprattutto grazie ai nudisti: «La tradizione naturista è molto antica, qui», spiega il sindaco de Pascale, «Ci sono imprese che hanno investito e che campano proprio grazie al turismo internazionale e nordeuropeo. Per questo, dopo aver potenziato l’organico della polizia municipale per evitare che i nudisti siano disturbati, insieme con la Regione stiamo lavorando a un’ordinanza chiara. Abbiamo un atteggiamento molto positivo verso questo fenomeno», ribadisce il primo cittadino, «è un turismo rispettoso dell’ambiente, composto soprattutto da famiglie, sano e con buone capacità di spesa». Dal 2016, infatti, ha confermato Giampreti al Resto del Carlino, «anche grazie al Comune, Lido di Dante è molto migliorato, i clienti sono cresciuti, e non si trovano più persone che si imbucano in pineta o che si toccano in spiaggia».

***

BOX: 

Secondo una stima recente, sarebbero almeno 500mila gli italiani che praticano il naturismo, e il fenomeno genera un indotto di 54 milioni di euro l’anno. È tollerato esclusivamente nelle zone adibite e delimitate rispetto al resto della spiaggia. Per questo, ogni regione offre luoghi ad hoc dove praticare il nudismo in totale libertà; da Chiavari e Tellaro in Liguria, a Mort al Lido di Jesolo, a Marina di Bibbona in Toscana fino alla Puglia, come Torre Incina, a Monopoli, e Punta Penna, a Brindisi.

NEL MONDO Nel mondo sono 51 gli Stati che hanno una federazione naturista nazionale aderente alla Federazione naturista internazionale. Con 70 milioni di naturisti nel mondo, in tutta Europa si contano circa 600 strutture naturiste (campeggi e villaggi turistici) e numerosissime spiagge (oltre 230 solo in Spagna)