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 2019  maggio 28 Martedì calendario

Le pagelle del campionato

Per assurdo non è facile dare un voto alla Juventus (6,5). E non per la Champions. Ha finito troppo male il campionato, fatto solo 37 punti nel ritorno, fuori cioè da una qualunque media scudetto, dimostrando che le partite alla fine si vincono quasi soltanto con la testa. Ha segnato 16 reti meno di un anno fa, subiti 6 in più. 
È stato spesso un fenomeno Ronaldo (voto 6) ma ha pesato quasi solo nel girone di andata. Ha chiuso il campionato segnando 2 reti nelle ultime 14 gare. Credo sia stato l’altro paradosso della Juve: grande giocatore ma bisogna costruire il gioco quasi solo per lui. Ha pagarlo di più alla fine è stato Dybala, ma in parte anche Mandzukic. E mancato Douglas Costa (voto 5), non ha dato tutto Bernardeschi (6), è migliorato Alex Sandro (6,5), non è piaciuto Bonucci (6), sta invecchiando Chiellini (6,5). Credo che tatticamente la Juve abbia pagato l’assenza di Cuadrado (6,5), il migliore nel dare equilibrio tra attacco e centrocampo. 
Ci sono stati molti infortuni lunghi: Khedira, Bernardeschi, Emre Can (7), Spinazzola (7), Douglas Costa, De Sciglio (6), Chiellini. La Juve è arrivata alla partita decisiva della stagione in Champions con 13 giocatori reali. Più che l’esonero, la vera sconfitta di Allegri (7) sta nel suo sostituto: si cercano Guardiola e Sarri, si cerca cioè un gioco che riqualifichi il marchio. A modo suo è terribile. Darei 6 ad Ancelotti che mi ha sempre fatto un’impressione strana, come se fosse stato poco convinto di andare a Napoli. Ha fatto un’ottima stagione inutile. Con grandi spunti tattici, ma senza mai cominciare una vera creazione. 
Inter (6) e Milan (5,5) faticano a crescere. Spalletti è bravo ma aiuta poco. L’Inter non è riuscita ad essere squadra nemmeno con lui, che pure inventa anche se non vince. Ha un vantaggio, non viene mai rimpianto. Non si sente ancora la differenza di Marotta, come non si sente quella del giovane Zhang. Ad essere sinceri non si sente proprio niente, c’è sulla cima dell’Inter un dignitoso non essere. 
Il miglior allenatore del campionato è stato Mazzarri (8) e, quando c’è stato, Mihajlovic (8). Cioè due capi vecchia maniera, trascinatori ma anche molto furbi sul campo. Il decimo posto di Mihajlovic è un risultato che vale forse quello dell’Atalanta (9). L’unico dubbio che ho su Gasperini (voto 9, un extra per l’impresa) a Roma è tutta la confidenza della città che gli cadrebbe sulle spalle. Sarebbe sempre il primo argomento, non avrebbe riposo. Difficile immaginare due modi così opposti di vivere e fare calcio come Bergamo e Roma. 
Gattuso (6) ha fallito il traguardo della stagione, ma è l’unico tra i primi sei ad aver fatto più punti di un anno fa. Non ha mai dato due scintille di fila, qua è là ha perso il bandolo. Insomma così così. Il migliore del Milan è stato Romagnoli (7,5), poi Calabria (7) e Donnarumma (7). Se Suso (5,5) e Calhanoglu (5,5) fossero più costanti il Milan farebbe 8 punti in più e diventerebbe una piccola alternativa. Ma è difficile scappare dalla propria natura. Altri giovani verranno, non è una strada nuova. Ma ce ne sono di prima, seconda e terza scelta. I migliori costano quasi quanto i vecchi. Il giovane infine è sempre un inizio, poi tocca alla forza della squadra. Quella manca ancora. 
Altro splendido perdente è stato Andreazzoli (7), il suo gioco è solo calcio. Ma il più bravo è stato Semplici (7,5). La Spal (8) con lui ogni stagione è migliorata, ha acquistato sempre personalità ed esattezza tattica. Sono mancate le romane. 
Molti errori all’inizio li ha commessi anche Inzaghi (7), poi ha vinto la Coppa Italia. Ma la Lazio (5) vale l’Inter, non può essere ottava. Ha pasticciato la Roma (5), capita quando l’uomo di mercato vuol fare il fenomeno. Anche Zaniolo (7) ha cominciato ad alzare polvere, il migliore che ho visto è stato Pellegrini (8). Poi Chiesa (8), prima che la Fiorentina (4,5) travolgesse anche lui.