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 2019  maggio 28 Martedì calendario

L’uomo che riproduce i campioni del ciclismo in miniatura

Il tubolare di scorta, del giusto grigio e appoggiato con delicatezza sulla spalla. Il colletto della maglia, né troppo grande né troppo piccolo, con l’esatto taglio dell’epoca. Il manubrio, di quella marca e di quel modello, guai a sbagliare l’anno.
Il ciclismo è una questione di dettagli minimi. E lo sa bene Corrado Monfardini che il mondo delle due ruote ha scelto di narrarlo a modo suo, in punta di pennello e scalpello. Inventandosi un lavoro che non c’era ed esportando le sue creature in mezzo mondo. «La passione per i soldatini e il mio passato da ciclista: ho unito due amori d’infanzia apparentemente distanti e la mia vita è cambiata – racconta -. È cominciato tutto nel 2011, quando per curiosità mi sono messo alla caccia nel web di ciclisti in miniatura. In Italia non ho trovato nulla. In Francia invece ho visto che c’era un bel movimento di appassionati: mi sono fatto spedire un po’ di sagome grezze ed è iniziata la mia avventura».
Originario di Castel Goffredo, in provincia di Mantova, 51 anni, cinque anni fa Corrado si scontra con il dramma della crisi: lo studio d’architettura in cui ha disegnato e progettato come geometra per 20 anni non riesce più a garantirgli lo stipendio. Si trova così a casa e con un futuro da reinventarsi. Decide di ripartire proprio da quei modellini che lo fissano dalle mensole.
La svolta sui social
Pubblica su Facebook il suo primo, scarno catalogo, con alcuni dei campioni più famosi, dall’inizio del secolo a oggi. Monfardini con le mani ci sa fare, ma soprattutto studia in maniera maniacale ogni sfumatura: conosce maglie e bici, numeri di gara e le specifiche dei telai. Il suo incubo più grande sono i falsi storici e quindi approfondisce ogni singolo particolare.
Poi prende le sagome grezze, toglie le teste e le sostituisce con quelle plasmate a immagine e somiglianza dei ciclisti da un abile collaboratore. Infine, a colpi di colore e plastilina, dà forma a sagome e accessori. «È stato un successo inatteso. Appassionati, collezionisti, semplici tifosi si sono messi in fila per acquistare i modellini. E c’è anche chi ha iniziato a chiedermi pezzi su misura: dall’amatore che vuole vedersi scolpito in scala, a parenti e amici desiderosi di fare un regalo personalizzato. Come la mamma di Elia Viviani, impegnato in questi giorni al Giro, che ogni anno mi chiede una copia miniaturizzata del figlio».
L’apertura del sito
Fausto Coppi e Gino Bartali sono in vetta alla classifica dei più venduti. E insieme a loro Eddy Merckx, Francesco Moser, Vincenzo Nibali e – ovviamente – il “Pirata”, realizzato in esclusiva per il museo “Spazio Pantani” di Cesenatico. Oltre ad alcune chicche pregiate, come Alfonsina Strada, la prima donna ad aver corso il Giro d’Italia o Learco Guerra, Campione del mondo nel 1931, il preferito da Monfardini per le comuni origini mantovane. Solo lo scorso anno dal sito ciclismoinminiatura.it sono stati commercializzati 1500 pezzi, alcuni spediti in Giappone e in Australia.
Il prezzo base si aggira tra i 10 e i 26 euro a soggetto, cifra che ovviamente aumenta quando le richieste diventano più complicate e fantasiose: un braccio alzato, una borraccia portata alla bocca, una gomma forata. Oppure nel caso dei teatrini e dei diorami che riproducono tappe epiche delle corse più famose, tra vette e tornanti, pubblico festante e paesini di provincia.
Pezzi da collezione
«C’è chi espone queste opere in salotto, chi sul posto di lavoro, chi dentro un negozio o in un circolo sportivo. Ma c’è anche chi ci gioca e basta. Un cliente – racconta Monfardini – mi ha ordinato il modellino di tutti i 100 vincitori del Giro, mentre un altro mi ha commissionato tutti i 98 concorrenti dell’edizione del 1951: ho fatto un lungo lavoro di ricerca e confronto, tra Google e i quotidiani dell’epoca, per trovare ciascun volto, i colori delle divise, i modelli delle biciclette. Uno sforzo immane, ma l’emozione e la soddisfazione sono indescrivibili: è un po’ la mia “Cima Coppi”».