Corriere della Sera, 28 maggio 2019
Lavorare quattro giorni senza rimetterci
Perpetual Guardian si occupa di estate planning da più di 135 anni e oggi ha uffici ai quattro angoli della Nuova Zelanda con più di 140.000 clienti. Ma in America e in Europa (Uk in prima fila) se ne parla per un motivo che con trust & company ha ben poco a che fare. Di cosa si tratta è presto detto: i suoi dipendenti da qualche tempo possono scegliere di Lavorare solo quattro giorni alla settimana, senza alcuna decurtazione alla busta paga. La decisione è stata presa definitivamente dopo otto settimane di sperimentazione e risultati positivi, non “solo” per il work-life balance, ma da tutti i punti di vista, compreso il profitto: ha segnato addirittura un +20%.
Meno ore di lavoro, stesso stipendio, più fatturato: insomma l’opposto di quello che accade nel “mondo reale”. Sarà possibile? Per molti, va detto, è un’utopia. Ma, di sicuro, oggi più che mai tra automazione, digitalizzazione e crisi del lavoro, la “four days week” è un tema attuale.
Andrew Barnes, fondatore e chief executive della company neozelandese almeno non ha dubbi. «È arrivato il suo tempo» assicura dalle colonne del Guardian. E non è il solo a crederlo (o a sperarci): la formula sta attirando l’attenzione delle aziende, basti dire che in più di 350 hanno contattato Mr. Barnes per avere ragguagli al proposito. Da tutto il mondo, Uk, Australia, Usa e Germania in testa. E, soprattutto, diverse stanno già percorrendo la stessa strada. In particolare nel Regno Unito. In Pursuit Marketing di Glasgow, per esempio, azienda di 120 persone che si occupano di “very direct marketing” come recita il sito, il “venerdì libero” (e remunerato) è stato adottato già alla fine del 2016, dopo qualche anno di orario ridotto benefico per il fatturato. Anche Radioactive, agenzia pr (meno di 10 dipendenti) fondata cinque anni fa a Gloucester da Rich Leigh, brillante social media comunicator oggi trentenne, è passata definitivamente alla settimana corta (provata prima per oltre un mese con rendimenti immutati se non in crescita) in cambio di pause pranzo ridotte a 45 minuti e ferie annuali decurtate del 20%. Mentre una realtà molto più grande, Wellcome Trust, sta prendendo in considerazione l’idea per gli 800 membri dello staff.
Ma anche in America ci sono diversi casi. Due esempi per tutti. Basecamp è un realtà del mondo delle applicazioni web di Chicago, dove da maggio a settembre “vige” la four days week. Non da meno Wildbit, piccola software company di Philadelphia, che sta provando varie forme di flessibilità per migliorare l’equilibrio vita-lavoro: i suoi dipendenti “godono” di un weekend di tre giorni già da un anno e mezzo. E il tutto senza toccare le buste paga.