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Stasera torna il concerto in piazza Duomo a Milano organizzato da Radio Italia, il 29 giugno l’appuntamento si sposta al Foro Italico di Palermo. Tra gli artisti sul palco per l’ottava edizione dell’evento gratuito, presentato anche quest’anno da Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri, c’è il cantautore Ermal Meta, vincitore del Festival di Sanremo 2018 insieme a Fabrizio Moro con Non mi avete fatto niente . Un’occasione per tornare live dopo il tour sold out in 45 palazzetti e quello, più recente, in versione acustica nei teatri accompagnato dallo Gnu Quartet.
Cosa rappresentano occasioni come queste di concerti collettivi?
«È un modo per ritrovarmi con i colleghi, gli amici che fanno il mio stesso mestiere, per condividere esperienze perché certo non stai lì solo per quei pochi minuti che ti vedono sul palco. Ti ritrovi con altri artisti e condividi pensieri, opinioni. Non lo fai con tutti perché con alcuni hai più affinità che con altri. È anche un modo per il pubblico per godere di una panoramica di ciò che offre la musica in un preciso momento».
A proposito di collaborazioni, la sua ultima è stata quella con J-Ax. Lei è poi anche autore per altri: come nascono le collaborazioni?
«In genere quando si scrive una canzone si ha anche una visione, o almeno a me accade così, riesco a vedere qualcosa. Come quando ho scritto Un’altra volta da rischiare : volevo un punto di vista diverso dal mio, per il linguaggio oltre che per la forma. Così ho chiesto ad Alessandro, a J-Ax, se avesse voglia di provarci e forse anche lui sentiva la stessa esigenza di incontrarsi artisticamente. Mi è accaduto anche per Piccola anima con Elisa, pensavo a una voce femminile, e che voce, mi sembrava di sentirla mentre scrivevo la canzone».
Poi l’incontro con Fabrizio Moro e la vittoria a Sanremo.
«Abbiamo le stesse radici musicali, questo ci ha portato a collaborare in maniera efficace, è stato semplice. Non lo abbiamo fatto con l’obiettivo di andare al Festival, avevamo solo voglia di raccontarci dei pensieri comuni e questo ci ha portato a scrivere Non mi avete fatto niente , il resto è venuto da sé».
Lei come giudica il momento che sta vivendo la canzone italiana? Sembrano esserci due filoni, uno più legato alla tradizione melodica l’altro più vicino al rap.
«Secondo me è così, esiste il mondo hip hop e poi tutto il resto, alcune volte si incontrano ma in molti casi accade per una questione di moda.
All’interno di ciò che è musica nulla però è mai troppo distante».
Quali pezzi porterà al concerto di Radio Italia?
«Saremo accompagnati da un’orchestra, e suonerò tre pezzi:
Non mi avete fatto niente , Vietato morire e Dall’alba al tramonto . E sarà interessante sentirli suonare anche dall’orchestra diretta dal maestro Bruno Santori».
Esauriti gli impegni dei live, comincerà il lavoro su un nuovo album?
«Mi prendo una pausa proprio per scrivere. Ho già delle idee ma finché non cominci a dare una forma ai pensieri non puoi capire in che direzione vuoi andare. Non vedo l’ora di entrare in studio».
Ha scritto spesso canzoni su temi importanti, c’è qualche evento o tema che l’ha colpita di recente?
«La situazione che si vive in Italia, questa volontà quasi sussurrata di chiusura, la paura di ciò che viene ritenuto diverso. La paura che si respira nell’aria, è questo che mi colpisce molto».