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 2019  maggio 27 Lunedì calendario

Il corso per esorcisti

Esorcista non si nasce, si diventa. Così anche il personale ecclesiastico, e non solo, va a lezione per imparare “la professione”. Per pronunciare la tipica frase «Vade retro Satana», armati di croce e acqua santa, i sacerdoti, come ora anche gli insegnanti di religione delle scuole e chiunque voglia apprendere le tecniche base per cacciare le presenze demoniache, tornano infatti sui banchi di scuola. Il corso di formazione, organizzato una volta all’anno (dal 6 all’11 maggio) dall’Istituto Sacerdos all’Auditorium dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, in collaborazione con il Gruppo di ricerca socio-religiosa (Gris) di Bologna, è il primo al mondo che propone una ricerca accademica al servizio di chi esercita appunto il ministero dell’esorcismo e la preghiera di liberazione. Si tratta di una full immersion di cinque giorni al costo di 400 euro, accreditato di recente dal Miur non senza polemiche, durante i quali psicologi, medici, sacerdoti, si riuniscono per affrontare gli aspetti antropologici, fenomenologici, sociali, teologici, canonici, spirituali, criminologici, legali e giuridici, necessari per tenere testa al “maligno”. Tanto per fare alcuni esempi: tra gli argomenti che vengono snocciolati, “l’ausiliare esorcista: requisiti e compiti”, “l’esorcista: vita, scelte ed errori”; ed ancora, “questioni giuridiche dell’esorcismo: alcuni aspetti dal punto di vista del diritto canonico e liturgico”, “disturbi psicologici e valutazione differenziale”. Insomma, teoria e prassi. 

SETTANTAMILA L’ANNO
Compito delle lezioni che durano in tutto una quarantina di ore, è anche quello di «verificare l’incidenza sociale di quei fattori che spingono le persone a rivolgersi agli esorcisti». Anche se quella sul campo, resta forse l’esperienza più valida. Come quella testimoniata da don Fiorenzo Castorri, uno delle tante decine di esorcisti italiani (se ne conta uno per ogni diocesi) affidato alla chiesa di Sarsina, in provincia di Forlì-Cesena, una delle più note cattedrali italiane dove ogni giorno si accolgono fedeli che sospettano di essere impossessati dal diavolo. Qui si fa ricorso ad una particolare preghiera, col supporto di un collare. Nella sua chiesa di San Vicinio don Fiorenzo ha adibito un tavolino con alcuni foglietti che utilizza per le prenotazioni dei fedeli che vogliono essere ricevuti in privato. «Ricevo una sessantina di persone a settimana», premette il sacerdote romagnolo, «circa settantamila all’anno, ma di queste neppure il 10% è davvero posseduta dal demonio». E tornando sullo stage romano, il parroco di Sarsina, che per vent’anni ha fatto il professore in un istituto agrario e per altri cinque è stato impegnato in una comunità per tossicodipendenti prima di essere ordinato sacerdote nel 1994, commenta: «A me quel corso è servito, perché anni fa, quando ho iniziato a fare esorcismi, non avevo la più pallida idea di quello che avrei dovuto fare. Ero a digiuno di tutto e se devo essere sincero, al diavolo non ci credevo. Ora invece ci parlo tre volte la settimana. Comunque il corso l’ho seguito solo un paio di anni. Lì ci sono medici, psicologi, psichiatri. Ognuno porta i suoi casi, che diventano oggetto di studio e di apprendimento». Il sacerdote ogni settimana accoglie tre persone “in cura” da anni perché possedute da Satana. «Tutti gli altri fedeli, che ricevo anche per ascolto e consolazione, sono persone a cui non è stato fatto alcun maleficio ma che convivono col male per causa propria. Per loro, lo dico sempre, la vera medicina è Gesù». Il prete racconta di avere in terapia tutte donne. «Non esiste una spiegazione certa», premette. «La mia teoria è che il diavolo ce l’abbia a morte con la Madonna perché lei lo ha umiliato. E poi la prima persona che è riuscito ad insidiare era Eva». Per don Castorri il confine tra chi è posseduto e chi invece necessita di cure psichiatriche è evidente. «Chi ha problemi psichiatrici e chiede l’esorcismo, non può essere impossessato perché il diavolo non vuole essere sconfitto. Chi è davvero impossessato non viene qui di sua sponte ma accompagnato solitamente dai familiari preoccupati per lui».

IL MALOCCHIO
Spesso le “vittime” sono donne normalissime alle quali hanno fatto un malocchio. «Due delle mie esorcizzate», confida il prete, «sono state malediciate dalle suocere che non volevano che i figli le sposassero. Come si manifesta il maligno? Ci vogliono anni per liberarla dal demonio. La persona va in trance e assume una forza disumana, soprattutto i primi tempi. Per questo bisogna bloccarle braccia e gambe, spesso anche la testa per evitare che si faccia del male. Quindi bisogna essere almeno in tre per riuscire a domarla». E ci racconta di grida, bestemmie, risate a volte anche con la voce di un bambino, contorsioni inimmaginabili, sputi e addirittura espulsione di un chiodo. «Mi è capitato una volta. Ma non era nel corpo, è il male che assume la consistenza della materia. Come è vero che gira da una parte all’altra e si impossessa ogni volta degli organi facendo danni». Lo sa bene colei che chiameremo Aurora, una donna bolognese di 47 anni liberata di recente dal diavolo dopo cinque anni di incontri settimanali nella cattedrale di Sarsina. «Mi sono rivolta a don Fiorenzo dopo anni di sofferenza e diciamo che è stato lui a confermare quello che già sospettavo», racconta la donna. «Mia madre non mi voleva ed è stata lei a malediciarmi prima ancora che nascessi. Fin da piccola mi sono accorta di questa presenza», continua, «che si manifestava soprattutto la notte. Veniva nel mio letto, ricordo che tentava di soffocarmi. Io avevo una paura forte, mi sentivo paralizzata. Poi crescendo ho avuto tante altre manifestazioni del male, alle quali ho cercato invano di dare spiegazioni mediche». «Pensavo di essere pazza – prosegue Aurora -, avevo reazioni isteriche e cattive con le persone a cui volevo bene. Per fortuna una mia amica che mi conosce bene e sa che dentro sono buona, ha capito e mi ha aiutata portandomi a Sarsina da padre Castorri. Lui ha capito subito. Prima invece nessuno mi credeva quando spiegavo che vedevo spostare letti e armadi, che la notte sentivo una presenza entrare nel mio letto… Oggi che sono libera perché ho vinto la mia lotta al maligno, inizio a vivere. Prima la vita non era mia, ora riesco anche a dormire… E aiuto con la preghiera altre donne che stanno vivendo il mio stesso incubo perché è la preghiera l’arma più potente contro Satana».