Il Messaggero, 27 maggio 2019
Pagheremo con Whatsapp
Nome in codice Libra. Da qualche giorno Mark Zuckerberg ha fatto ufficialmente scattare l’operazione che porterà alla nascita della moneta virtuale di Facebook. Il 2 maggio scorso infatti, a Ginevra, in Svizzera, Zuck ha registrato una nuova azienda, una startup chiamata appunto Libra. Un’accelerazione decisa al progetto arrivata solo dopo l’incontro avvenuto a fine aprile tra il fondatore del social network più popolare del mondo e il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney e dopo aver ottenuto il benestare del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. La moneta si chiamerà GlobalCoin, sarà stabile perché legata al valore del dollaro e arriverà già nel primo trimestre del 2020. Tuttavia, come proverebbe la sperimentazione con 200 milioni di utenti in corso in India da diversi mesi, l’esordio ufficiale non dovrebbe riguardare da subito l’intero impero social di Zuckerberg.
LE COMMISSIONI
Almeno nella fase iniziale, GlobalCoin si limiterà a rivoluzionare l’approccio a pagamenti e trasferimenti di denaro degli utenti di WhatsApp. L’app di messaggistica più utilizzata del mondo infatti, si presterebbe perfettamente a questo servizio non solo perché rappresenta – almeno in teoria – la dimensione più privata dei social di Menlo Park, ma soprattutto perché è quella di cui gli utenti si fidano di più. Ed è esattamente questo che ha spinto il quotidiano americano Wall Street Journal a sostenere che il GlobalCoin potrebbe addirittura mettere in crisi il sistema delle carte di credito. Secondo il giornale ad attrarre in massa i circa 2 miliardi di utenti di WhatsApp sarebbero non solo la facilità di utilizzo dell’innovativo strumento digitale ma soprattutto l’assenza di commissioni sul servizio.
In realtà le voci di un possibile approdo del social nel campo dei pagamenti digitali si rincorrono dalla fine del 2017 e cioè da quando David Marcus, ex presidente di PayPal, è stato assoldato da Menlo Park per iniziare a lavorare al progetto. Un’evoluzione che Zuck reputa fondamentale per il futuro della piattaforma al punto di aver non solo già investito 1 miliardo di dollari, ma soprattutto di aver scelto di mettersi in affari con due suoi acerrimi nemici: Cameron e Tyler Winklevoss.
IL FURTO
Vale a dire i gemelli che lo accusarono di avergli rubato, ai tempi di Harvard, l’idea di Facebook e per questo ottennero da lui ben 65 milioni di dollari. Una cifra importante che i fratelli hanno prima investito in bitcoin – guadagnando una fortuna – e poi nella fondazione di Gemini, una delle prime società ad aver inteso le criptovalute come asset finanziario. Un’esperienza che ora tornerebbe senza dubbio utile a Zuckerberg che, infatti, ha precettato la nuova creatura dei Winklevoss insieme ad altre società simili come Coinbase (la più nota tra le piattaforme di scambio per criptomoneta), per entrare in Libra.
LO SHOPPING
L’obiettivo, come il fondatore di Facebook ha dichiarato all’inizio del mese di maggio durante la consueta conferenza degli sviluppatori F8, è far in modo che «Scambiare denaro diventi semplice come condividere una foto con lo smartphone». Un approccio rivoluzionario per il nostro modo di intendere il denaro e i pagamenti che potrebbe spingerci – in maniera ancora più marcata – verso quella che è la normalità in altre parti del mondo. In Cina ad esempio, in pochi anni una app di messaggistica è diventata letteralmente parte fondamentale della quotidianità di chiunque.
L’applicazione WeChat (di proprietà di Tencent, colosso di Guangzhou e settima società tech più ricca del mondo) permette di chattare, giocare, fare shopping, leggere notizie, prenotare una visita dal medico, condividere status, ordinare pasti e appunto pagare qualsiasi cosa. Un’esperienza totalizzante al punto che in città come Pechino, Shanghai o Shenzhen è quasi impossibile utilizzare contanti o carte di credito perché tassisti, distributori di merendine e supermercati accettano solo pagamenti attraverso un codice Qr. Ed è esattamente questo il modo con cui Zuckerberg, dopo essersi preso tempo e dati dai suoi utenti, ora vuole prendersi anche i loro soldi.