ItaliaOggi, 25 maggio 2019
I giacinti inquinano una delle fonti del Nilo
In Etiopia, il lago Tana (3.600 kmq), il più grande del Paese, emissario del Nilo Azzurro e risorsa vitale per 3 milioni di persone che pescano nel lago e ne bevono l’acqua, è asfissiato dai giacinti d’acqua, pianta acquatica galleggiante invasiva che figura nell’elenco delle 100 specie aliene più dannose del mondo. Bella da vedere è un vero flagello e una minaccia per la biodiversità e l’attività idroelettrica: 20-30 mila ettari del lago sono infestati da questa pianta originaria dell’America del Sud che nessuno sa come sia arrivata in Etiopia all’incirca otto anni fa. Si moltiplica molto velocemente e a settembre-ottobre può arrivare a coprire addirittura 50 mila ettari del lago facendolo finire in secca. La sua presenza rende impossibile la pesca. A peggiorare il fenomeno ci sono le pratiche scorrette degli agricoltori, il libero pascolo e lo sversamento di rifiuti chimici, secondo quanto ha riportato Le Monde.Il governo non ha un piano per contenere l’espansione dei giacinti d’acqua ha detto a Le Monde, Solomon Kibret, biologo dell’università della California e presidente della Coalizione globale per il recupero del lago Tana. Già dal 2012 le autorità hanno organizzato la prima campagna per estirpare manualmente i giacinti con il risultato di eliminarne dal 90% al 95%. Ma le piante ritornano. Oggi ricoprono quasi un terzo delle rive del lago, riconosciuto dall’Unesco «riserva di biosfera», nel 2015. E ogni anno 26 mila persone, pagate 3 euro al giorno, sono mobilitate per estirparle, lavorando senza protezione fra duemila insetti, secondo quanto ha riportato Le Monde. Gli esperti puntano il dito contro il governo etiope, accusato di non aver compreso la gravità del problema e di importare macchinari dall’estero, da Cina e Canada, per provare un approccio bio-controllato per eliminare le piante con scarsi risultati, e senza valorizzare i progetti messi a punto dei ricercatori etiopi.