Corriere della Sera, 25 maggio 2019
SpaceX (Musk) lancia i primi 60 satelliti
La missione di «connettere il mondo con servizi a banda larga ad alta velocità affidabili e convenienti» è partita. Dopo due rinvii a causa del forte vento, SpaceX, la società spaziale di Elon Musk, giovedì notte ha lanciato i primi 60 «piccoli» satelliti della costellazione Starlink, con il suo razzo Falcon 9, dalla base di Cape Canaveral, in Florida. Adesso saranno necessari altri 6 lanci, di 60 satelliti ciascuno, per l’attivazione iniziale del servizio internet, e altri 12 per una «copertura significativa», ha scritto su Twitter l’imprenditore nato in Sud Africa, cresciuto in Canada, con passaporto americano. Se 24 missioni basteranno per servire la maggior parte della popolazione mondiale, ci vorranno 30 lanci per un totale di quasi 12 mila satelliti per completare la rete e portare le connessioni internet in tutto il pianeta.
Dopo la partenza, il primo stadio del razzo è atterrato, come previsto, sulla piattaforma galleggiante, chiamata in modo evocativo «Of course I still love you», (Naturalmente ti amo ancora) nell’Oceano Atlantico, e sarà riutilizzato per le prossime missioni.
Un’ora dopo il lancio, avvenuto quando in Italia erano le 3.30 di notte, il secondo stadio del razzo ha liberato i satelliti del cluster a circa 450 chilometri di altitudine. Una volta rilasciati, i satelliti hanno azionato i motori per raggiungere l’orbita operativa a 550 chilometri di altezza, quindi al di sopra della Stazione spaziale internazionale, che si trova a circa 400 chilometri, ma ben al di sotto della maggior parte degli altri satelliti in orbita terrestre, compresi quelli in orbita geostazionaria a 36 mila chilometri.
Ogni satellite della costellazione Starlink pesa 227 chilogrammi e per il Falcon 9 si è trattato del carico più pesante che abbia mai portato in orbita. Ciascun satellite ha un singolo pannello solare e un propulsore alimentato a krypton per farlo innalzare e mantenere l’altitudine. I satelliti hanno la capacità di schivare automaticamente pezzi di spazzatura spaziale di dimensioni considerevoli.
L’obiettivo di Musk? «Offrire alle persone in tutti gli angoli della Terra la possibilità di accesso a internet ad alta velocità a un prezzo abbordabile, soprattutto nelle aree in cui il servizio è costoso o inaffidabile», ha spiegato l’eccentrico imprenditore, che ha lanciato anche la Tesla.
Ma se SpaceX, con Starlink oggi è la società leader, l’internet dello spazio è un mercato al quale punta un numero sempre più nutrito di competitor, dalla startup OneWeb al gigante Amazon, con il suo progetto Kuiper, con cui Jeff Bezos vuole creare una rete concorrente di 3.236 satelliti nell’orbita terrestre bassa in grado di portare internet nelle aree più remote del pianeta.