Corriere della Sera, 25 maggio 2019
Assassina a 102 anni
Ci caschiamo sempre. Chissà per quale motivo annettiamo il vortice delle passioni delle donne a un’età che va dalla pubertà alla menopausa. Come fosse una questione riproduttiva, legata alle voglie e alle delusioni di un tempo in cui tutto del-l’anima femminile è rivol-to a quello che sta attorno al fare figli, o a non farne, a sfuggire o a inseguire. Concediamo a una vec-chietta al massimo la pos-sibilità di un tiepido amo-re per i nipoti, qualche perla di saggezza all’inter-no di un confine di svam-pita nostalgia per la vita, dei ricordi di un passato più o meno remoto. E invece l’aneddoto della nonnina di Lilla, che alla tenera età di 102 anni confessa di aver ammazza-to la vicina di stanza del-l’ospizio novantaduenne, ci sbatte in faccia la persi-stenza di una furia nasco-sta, di una rabbia di fuoco che non conosce limiti di epoca e che va oltre, sbar-cando nella lucida realiz-zazione di un omicidio. Non conosciamo l’origine del sentimento che ha prodotto questo atto terribile; e ci rendiamo conto che la lettura di questo fatto possa addirittura indurre, in un lettore superficiale, un sorriso amaro. Possiamo figurarci il trascorrere di giorni sempre uguali, uno dopo l’altro, in attesa della fine. Possiamo imma-ginare una persistente, terribile solitudine; e il dolore di non avere alcun futuro. La vecchiaia è un terreno di coltura di orribili sentimenti, e i sentimenti sono il seme della passione. Una parola, forse uno sguardo; il ricordo di altri sguardi, il pensiero che la vita avrebbe potuto seguire un altro flusso. Forse la vicina di stanza è diventata il simbolo di tutti i rim-pianti, l’oggetto di chissà quale velenoso ricordo. Forse l’odio è stato figlio di una immotivata, assurda gelosia; o una reazione a qualche piccola, immensa vessazione. La sorpresa dei sanitari, alla rivelazione dell’orren-do gesto da parte della colpevole e di fronte a un cadavere con inequivoca-bili segni di soffocamento e di percosse, diventa la nostra alla scoperta che la furia omicida non ha età. Quello che dà i brividi è l’immagine di queste due reliquie di donne alla fine del cammino, una accanto all’altra a mensa, o nei giardini, con una coperta sulle gambe e lo sguardo perduto nel vuoto. E l’enorme odio che circonda, invisibile, questo apparentemente innocuo quadretto.