Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  maggio 25 Sabato calendario

Così nacque la Spectre

Lui si presentava così: «Mi chiamo Bond. James Bond»; altro che «Montalbano sono». Poi c’erano l’Aston Martin, il pizzicotto sul sedere della segretaria Moneypenny (che fa: ooh, James), il “suo” Martini cocktail e i suoi vini francesi, dopo un po’ insopportabili). La qualifica di 007 al servizio di sua Maestà la Regina d’Inghilterra contro la minaccia comunista gli permetteva di essere assassino, macho, misogino, razzista; tutti avrebbero voluto essere come lui. È sopravvissuto, al cinema, all’Urss, ma forse non sopravviverà a Brexit. Il suo mondo non esiste più: presto ci toccherà vederlo alla guida di un’auto elettrica.
Occasione per parlarne è la pubblicazione per Adelphi – che si è assicurata l’intera opera di Ian Fleming – di Thunderball Operazione Tuono, scritto nel 1961 e portato sullo schermo da Terence Young nel 1964 con Sean Connery, Claudine Auger e Adolfo Celi. Per i cultori della materia, Thunderball è il romanzo della svolta: a minacciare l’occidente non è più la Smersh (servizi segreti di Mosca, più Bulgaria), ma la Spectre, entità metapolitica globale che sorge un secolo dopo lo spettro di Marx che fece così paura all’Europa. Spectre sta per “SPeciale Esecutivo per Controspionaggio, Terrorismo, Ritorsioni e Estorsioni”, è composta da 18 membri ( tre ex della Gestapo, tre dell’ex Smersh, tre ex di Tito, tre dell’Unione Corsa, tre “turchi di montagna” e tre della “Cupola della mafia siciliana”) ha sedi in vulcani spenti, isole abbandonate o palazzi di copertura nel centro di Parigi. Ian Fleming, un modesto scrittore scozzese che era stato nell’intelligence della Royal Navy durante la guerra, era stato svelto nel capire i tempi; iniziava il disgelo tra Usa e Urss e nasceva il futuro globale del crimine organizzato: la Spectre fu una bella intuizione. Fleming, poi, era molto nazionalista e aveva due obiettivi. Riscattare le brutte figure fatte dalle spie inglesi: uno dopo l’altro, si era scoperto che erano tutti decadenti membri dell’élite oxfordiana, segretamente stalinisti o trotzkisti, e irrimediabilmente gay: di qui il macho Bond. E poi voleva vendere lo stile inglese, contro la crescente americanizzazione. Per cui, sono inglesi le automobili (allora la Gran Bretagna aveva ancora un’industria dell’auto), l’innovazione tecnologica (che allora non prevedeva neppure lontanamente l’avvento dell’era digitale) ed è fatta di contatori geiger portatili, orologi garrota, zaini-razzo, pulsanti segreti, motori hovercraft, la monarchia e i tic coloniali dell’ormai ex impero britannico. Una bella massa di stereotipi, certo; però Fleming con la mafia siciliana, che all’epoca tutti trattavano come fenomeno folkloristico agricolo, si dimostrò preveggente: in Thunderball, addirittura, è al centro della trama.
Dunque, la Spectre ha dirottato un aereo Nato che trasporta due bombe atomiche. Manda una formale lettera ai governi di Inghilterra e Stati Uniti in cui minaccia di farle esplodere su una metropoli e chiede cento milioni di sterline in lingotti d’oro. Questi dovranno essere paracadutati sulle pendici del monte Etna, nei pressi del paese di Bronte. E come mai proprio lì? Spiega Fleming che uno dei 18 dirigenti della Spectre è tale Fidelio Sciacca, “un siciliano emaciato, professore di scuola media di simpatie comuniste” e il territorio in cui avverrà il lancio è controllato da suo zio, che è il capo mafia locale, i cui uomini sanno come fare a riciclare i lingotti e trasformarli in valuta. Mica male come fantasia. E Fidelio Sciacca aveva altre doti. Per esempio, era riuscito a corrompere il pilota dell’aereo Nato, il maresciallo Giuseppe Petacchi (“un bell’uomo che aveva fatto la guerra con i partigiani”) in cambio di una Maserati 3500 GT Ghia. Petacchi dirotta, ma viene ucciso, direttamente dal numero 2 di Spectre, che è Emilio Largo, «una faccia da centurione romano, che aveva fatto carriera nella camorra di Napoli al tempo di guerra». James Bond viene mandato a Jamaica perché M 6, il suo capo, è convinto che l’aereo sia lì. (In realtà, molti libri di Fleming si svolgono a Jamaica perché l’autore lì aveva una villa e un’amante, la signora Blanche Blackwell, che servirà allo scrittore come modello per Pussy Galore di Goldfinger. Vabbè). Ma chi ti incontra, sulla spiaggia, il nostro Bond a Jamaica? Una bellissima italiana, che si chiama Dominetta. Bond capisce subito il tipo: «a letto, lei si sarebbe dibattuta e l’avrebbe morso per poi cedere di colpo in un rantolo di desiderio». E qual è il cognome di Dominetta? Petacchi. Era suo fratello, fatto uccidere da Emilio Largo, di cui Dominetta è stata l’amante. Ma Bond prevede: «questa splendida cavalla araba si sarebbe lasciata cavalcare solo da un uomo dalle cosce d’acciaio e mani di velluto e solo dopo essere stata domata, costretta al morso e alla briglia». E così andrà. Dominetta, armata di un piccolo Geiger, salirà sullo yacht di Emilio Largo, per vendicare il fratello e per amore di Bond… E il mondo sarà salvo, almeno per il momento.
Che dire? Quelli erano i tempi. La signora Fleming (anticipando MeToo di mezzo secolo) divorziò, trovando scandaloso che il marito fosse diventato miliardario con quella “pornografia” (e anche a causa di Pussy Galore); Fleming, a furia di sigarette e Martini si beccò un infarto, che lo stese tre anni dopo Thunderball. Per quanto riguarda la sua Cupola immaginaria, Buscetta dirà che esisteva veramente. E aerei dispersi a Ustica, autostrade che esplodono a Palermo e colossali riciclaggi avvennero effettivamente nei decenni seguenti.