la Repubblica, 25 maggio 2019
Churchill e Cavour si darebbero alla fuga
Europax
Come avviene ormai da molti anni, anche questa campagna elettorale fornisce un ricco campionario di autogol. Slogan autolesionisti, fotografie ridicole, menzogne patetiche, strafalcioni, candidature che paiono sortite dai peggiori cabaret di Caracas. L’Espresso in edicola domani ne fornisce una notevole rassegna, aperta dallo slogan «Se sei incazzato/ vota Calafato». Un signore anziano, dall’aria mitissima, campeggia al centro del cartellone. Se io fossi incazzato voterei chiunque, ma non lui. Ai tempi di Cuore si attendevano le campagne elettorali con avidità interessata: potevamo riempire pagine intere senza fare nessuna fatica, la satira era autoprodotta dai candidati e dai partiti, e spesso era di ottima qualità. L’umorismo involontario è sempre imbattibile. A parte questo valore d’uso, l’aumento costante della produzione di mostri elettorali ci consente di monitorare l’ottima sintonia tra Palazzo e Paese reale. Si assomigliano come due gocce d’acqua, se dobbiamo essere sinceri con qualche peggioramento di immagine e di vocabolario mano a mano che ci si allontana dal centro e ci si avvicina alla periferia. Certe vamp di quartiere che posano scosciate, certi energumeni che chiedono il voto mostrando lo schioppo, certi sconosciuti che si capisce benissimo che, prima della politica, le avevano provate tutte, non sembrano in grado, se eletti, di portarci conforto. Il problema non è che tutti i candidati debbano essere Churchill o Cavour. Il problema è che Churchill e Cavour, vista la lista degli altri candidati, si darebbero alla fuga.