ItaliaOggi, 24 maggio 2019
Diritto & Rovescio
Subito dopo le elezioni europee scoppierà il dibattito sulla spesa pubblica in Italia. Tutti i partiti accuseranno la Ue di voler essere sparagnina e di voler imporre l’austerity all’Italia, bloccandone così lo sviluppo. Il keynesismo spiega quello che i piloti di rally sanno da tempo. E cioè che, se si affronta a 120 all’ora una curva disegnata per essere percorsa al massimo a 110 all’ora, si può riuscire a recuperare l’auto che sbanda solo accelerando un altro poco. Ma se la curva da 110 km/h la si affronta a 180 km/h non è che accelerando si recupera l’auto. Anzi. Il livello del debito pubblico italiano è in queste ultime condizioni. Senza tenere conto della qualità della spesa. La politica delle elemosine (dagli 80 euro di Renzi al reddito di cittadinanza di Di Maio, a quota 100 di Salvini) non stimola la ripresa ma appesantisce i conti, cioè rende ancor più torpido il sistema. Il welfare più solido è quello che si costruisce sull’aumento del pil. Il resto sono chiacchiere. Pericolose.