ItaliaOggi, 24 maggio 2019
Arriva la carne fatta in provetta
La startup israeliana Aleph Farms, fondata da Didier Toubia, ha annunciato di essere in grado di realizzare della carne di sintesi, fette di manzo ottenute a partire da ceppi di cellule di animali viventi. L’annuncio è arrivato a Parigi, ad un incontro che si è tenuto nel Centro delle ricerche interdisciplinari (Cri), indirizzo nel Marais che è un incubatore di imprese innovative, secondo quanto ha riportato Le Figaro. All’incontro erano presenti oltre ai ricercatori anche creatori di startup, fondi di investimento, rappresentanti del settore delle carni e del loro sindacato, oltre che i militanti dell’associazione vegana L214 contrari al consumo di piatti di origine animale. E che sostengono che il cosunmo della carne è destinato a dimezzarsi entro il 2040, secondo quanto ha riportato Le Figaro.Anche a loro il cofondatore di Aleph Farms ha spiegato la possibilità di ottenere della carne in vitro. Già nel 2013 era stata realizzata la prima hamburger in laboratorio presentata dal ricercatore olandese Mark Post e la sua squadra. Un boccona da 250 mila dollari, se si tiene conto di quanto sono costate tutte le fasi della riceca per arrivare a creare questa carne di sintesi. Comuque sia, aprire una nuova strada ha sempre un costo elevato, ma ormai sembra essere questa la strada del futuro della carne. Toubia, ha detto a Le Figaro che Aleph Farms potrebbe mettere sul mercato fette di manzo ottenute con la coltura in vitro entro il 2020. Ha spiegato che Aleph Farms impiega tre settimane per fabbricare questa carne, contro i due anni, almeno, che sono necessari per allevare un animale in maniera classica. Inoltre, il ceo della startup israeliana ha specificato a Le Figaro che i ricercatori devono ancora mettere a punto un processo di fabbricazione su grande scala negli incubatori e anche diventare irreprensibili dal punto di vista della sicurezza sanitaria e del benessere animale.
Nel mondo ci sono almeno una trentina di imprese che cercano di realizzare della carne dalla coltura in vitro son sotto forma di bistecche, crocchette, polpette o salsicce concepite partendo da ceppi di cellule di animali. Una grande maggioranza di queste imprese si trova negli Stati Uniti, nella Silicon Valley e il resto in Europa, in Israele, e in India, paese dove le mucche sono sacre. Due di queste imprese sono sotto le insegne della Francia: Vital Meat, a Nantes, specializzata in crocchette di pollo, e la startup Supreme, a Sud di Parigi. Questa, secondo quanto ha raccontato il responsabile, Nicolas Morin-Forest, cerca di mettere a punto un foie gras prodotto a partire da cellule naturali di anatra, senza che nessun animale venga maltrattato. Questo modo di produzione costituisce un’alternativa alla carne ottenuta grazie all’allevamento tradizionale o alle proteine vegetali e agli insetti. Tuttavia, in nessun caso, questi futuri produttori di carne di sintesi a grande scala contano di rimpiazzare gli allevamenti classici. La carne in vitro è una soluzione fra le altre per rispondere a una quadrupla sfida: ambientale; miglioramemto del benesse degli animali; sicurezza alimentare per nutrire 9 miliardi di persone entro il 2050 e una migliore tracciabilità alimentare, ha spiegato a Le Figaro, il direttore generale di Vital Meat, Étienne Duthoit.