Corriere della Sera, 23 maggio 2019
SUPERLEGA, L’EUROPA DIVISA IN QUATTRO ZONE
EUROPAX
La SuperChampions stravolgerà il calcio. Non solo perché sarà di fatto una Superlega per i club più ricchi, ma perché dividerà l’Europa in quattro grandi aree geografiche, ricalcando il modello degli sport americani. Su suggerimento dell’Eca (l’associazione dei top club europei), due settimane fa la Uefa ha presentato all’European Leagues (rappresentante delle leghe) un piano di riforma delle coppe. L’Uefa, guidata da Aleksander Ceferin, venerdì scorso ha convocato a Budapest le 55 federazioni rassicurandole: le coppe non si giocheranno nel weekend, il sistema non sarà chiuso. Una campagna mediatica. Nei fatti sarà così e rischiano di essere tagliati fuori dal sistema anche top club italiani, come Inter e Milan.
La riforma presentata entrerà in vigore nella stagione 2024-25. Da quella data la Champions League avrà 32 squadre (come oggi), divise però in quattro gironi con otto club. Ben 24 squadre, le prime sei classificate di ogni girone, avranno il posto assicurato nell’edizione successiva. Altre quattro, con un sistema di playoff e playout, saliranno o scenderanno dall’Europa League. Di fatto dai campionati nazionali potranno entrare solo quattro squadre su 32.
Oltre alla Champions ci sarà l’Europa League 1 (sempre con 32 team) e una terza coppa con 64 squadre: l’Europa League 2. Sarà questa competizione a essere divisa in aree geografiche: Nord, Sud, Est e Ovest. Le qualificate «regionali» si daranno poi battaglia nei turni a eliminazione.
Perché rischiano i top club italiani? La stagione più importante diventerà quella del 2023-24, l’ultima che garantirà l’accesso in base al piazzamento in campionato. Con l’attuale classifica di serie A, il Milan sarebbe fuori. Le leghe (Premier, Liga, Serie A, Bundesliga e Ligue 1) hanno tutte espresso parere contrario. Non saranno toccati i weekend nel triennio 2021-24, ma quando nel 2021 partirà l’Europa League 2 le semifinali Champions si sposteranno nei fine settimana. I weekend saranno aggrediti dal 2024 in poi: la Champions diventerà extralarge, con 128 partite in più.
«Non si può parlare di semplice riforma Champions, si tratta di un format totalmente nuovo. Il potere politico dell’Eca sulla Uefa deve cessare, va bilanciato: il processo decisionale così è errato. L’Uefa ha una responsabilità verso tutti i club, non solo verso i più ricchi», analizza Alberto Colombo, vicesegretario dell’European Leagues.
Con il calendario ingolfato da più partite sarà necessario recuperare date. Per questo la Uefa chiederà aiuto alla Fifa. Tra le due federazioni i rapporti oggi sono freddi. Per distenderli, l’idea è raggruppare le gare delle Nazionali: le attuali quattro soste di campionato, scenderanno a tre. Di contro la Fifa avrà il via libera dall’Uefa per il Mondiale per club. Anche di questo si discuterà dal 3 al 5 giugno a Parigi, quando sarà rieletto alla presidenza Gianni Infantino. Il giorno dopo a Malta si aprirà l’assemblea generale dell’Eca, presieduta da Andrea Agnelli, che ieri all’Allianz Arena di Monaco, in Germania, ha partecipato a un incontro con alcuni club tedeschi, molto scettici sul nuovo modello delle coppe. Che non piace proprio a nessuno.