Libero, 23 maggio 2019
La destra è in crescita ovunque in Europa
Con l’apertura delle urne in Gran Bretagna e in Olanda le elezioni europee sono entrate nel vivo. Il voto inglese è quello di più difficile interpretazione per via della particolare situazione in cui si trova il Paese a metà strada tra la Ue e la sua prossima, ma non del tutto certa, uscita. Nemmeno si capisce fino a che punto i risultati debbano essere presi per quello che sono o se rappresentino una sorta di messaggio ai negoziatori della Brexit. In ogni caso, in attesa di conoscere i definitivi gli ultimi polls firmati yougov confermano da una parte il clamoroso exploit di Farage e del suo Brexit Party dato al 37% e dall’altra il tonfo dei conservatori, puniti per i pasticci della May e dintorni, che arriverebbero ad appena il 7%, superati dai liberaldemocratici dati al 19%, dai laburisti 13%, e perfino dai Verdi, 12%. La scorsa settimana i tories venivano accreditati del 10%, mentre Farage era al 34%. Nei Paesi Bassi invece tutti i riflettori sono puntati sull’uomo nuovo della destra olandese, quel Thierry Baudet già etichettato come populista e sovranista che ha vinto sorprendendo tutti le scorse elezioni provinciali. Il suo Forum per la Democrazia (FvD) viene accreditato come primo partito tra il 16 e 17%, mezzo punto percentuale in più del partito di governo dell’attuale premier Mark Rutte, il Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd), schierato nell’Europarlamento tra le file dell’Alde. Seguono attorno il 9 e il 10% tre partiti, i Verdi, i cristianodemocratici (Cda) e i laburisti. A seguire, ad appena il 6%, il Partito per la Libertà (Pvv) di Wilders un po’ in affanno. Domani invece i seggi si aprono in Irlanda e in Repubblica Ceca. Nel primo Paese, uno dei più europeisti, non ci dovrebbero essere particolari sorprese, il centrodestra del Fine Gael viene dato dai sondaggi a un solido 28% (32% secondo la media calclata da Politico.com), mentre il Fianna Fail, cioè il Partito repubblicano, viene accreditato del 26% (21% secondo Politico.com). Seguono il Sinn Fein al 15% e gli indipendenti.
EUROSCETTICI
Discorso diverso per la Repubblica Ceca, considerato secondo le recenti rilevazioni dell’Eurobarometro il Paese più euroscettico, con solo un cittadino su tre soddisfatto dell’appartenenza alla Ue. Con un’affluenza prevista di appena il 25% il partito di governo Ano2011 (in forza all’Alde) viene dato al 21% nella migliore delle ipotesi, mentre i Pirati di Ivan Bartoš arrembano alle sue spalle con un 17%, il che consentirebbe loro di entrare nell’Europarlamento con più di un rappresentante. La sinistra socialdemocratica, componente di minoranza del governo, con appena il 6% rischia di ottenere il peggior risultato di sempre. Sabato le urne si apriranno per Lettonia, Malta e Slovacchia, dove val la pena di rilevare l’ascesa di due nuovi partiti di destra, Nostra Slovacchia e Siamo Famiglia, dati rispettivamente al 13 e al 9%. Le elezioni dovrebbero comunque essere vinte dai socialdemocratici dati al 20%. Domenica 26 sarà il turno di tutti gli altri, Italia compresa. In Germania tutti i sondaggi danno la Cdu-Csu come sicuro vincitore con percentuali attorno al 30%. I Verdi dovrebbero superare i socialdemocratici che dovranno accontentarsi del 16%, mentre lo spauracchio dell’estrema destra dell’Afd dovrebbe arrestarsi al 12%. In Francia il Rassemblement National della Le Pen è destinato con una percentuale tra il 22 e il 24% a superare seppur di poco La Repubblique en Marche del presidente Macron (22,5% secondo un sondaggio Ifop del 20 maggio). Repubblicani al 13%, mentre i socialisti potrebbero andare sotto il 6% confermando il trend che potrebbe concludersi presto con la sparizione del partito stesso. Particolarmente interessanti saranno i risultati del voto in Austria. Prima dello scandalo che ha costretto il vicepremier Strache (Fpo) e parte del governo alla dimissioni il Partito Popolare di Kurz veniva dato al 30%, seguito dai socialdemocratici al 27% e dell’Fpo al 23%. Ulteriori rilevazioni non ne sono state fatte e si possono solo fare delle supposizioni. La più probabile è che Kurz ne abbia comunque tratto vantaggio, aggiudicandosi parte dei voti in fuga dall’Fpo. Ma c’è anche chi sostiene che il partito di Strache non verrà travolto in termini elettorali e manterrà la buona percentuale che gli è stata accreditata. Per contro non ci sarà alcun problema in Ungheria per il Fidesz di Orban che secondo gli ultimi rilevamenti, risalenti però ad aprile, si aggiudicherà almeno il 52% dei voti (ma si parla anche del possibile 55%). Il sovranista Orban risponde così al Ppe che lo ha appena sospeso. In Polonia, quarto Paese del gruppo Visegrad dopo Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, è invece testa a testa tra il sovranista Pis di Kaczynski e la Coalizione europeista, entrambi dati tra il 37 e il 38%. Anche in Belgio i polls premiano la destra: il Nieuw-Vlaamse Alliantie (la Nuova Alleanza Fiamminga) dovrebbe aggiudicarsi la prima posizione con il 17%, seguita dagli altri fiamminghi cristiano-democratici fermi al 10%. Segue il Partito socialista francofono al 9%. In Svezia invece il governo di minoranza guidato dal socialdemocratico Stefan Löfven è tutt’altro che stabile, e da destra i Democratici svedesi puntano a superare il 20% per dare una spallata. tsipras rischia La contrapposizione europeisti-sovranisti è invece molto attenuata in altri Paesi. In Spagna ad esempio, altro nazione a radicata tradizione europeista, l’unico partito che potrebbe dirsi qualcosa di diverso è Vox, ma l’ultimo sondaggio (Sigma Dos) lo dà ad appena l’8,5%. Non si fermano invece l’ascesa dei socialisti di Sanchez, dati dalla stessa rilevazione al 32,1% e il calo dei popolari che devono accontentarsi invece del 16,8%. Non sfondano Ciudadanos al 15% e Podemos al 10%. Dovrebbe invece perdere la leadership il partito di governo greco, quel Syriza che con Tsipras per primo mise in dubbio la permanenza della Grecia in Europa, ma che a suon di prestiti miliardari si è riallineato in tutta fretta. Secondo l’ultimo sondaggio (Alco) Tsipras dovrà accontentarsi del 27%, mentre Nea Dimokratia del rivale Kyriakos Mitsotakis potrebbe andare oltre il 34%.