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 2019  maggio 23 Giovedì calendario

Storia dell’Italia corrotta

L a corruzione segna la nascita dello Stato unitario e la accompagna fino ai giorni nostri. Non è un atteggiamento né una devianza, ma un modello, un uso del capitale umano verso forme organizzate di una istituzione parallela che, come le mafie, dispone di un proprio regolamento d’esercizio. Perché l’Italia disperde tante sue risorse, risucchiata da una voracità figlia di una inguaribile bulimia? Isaia Sales e Simona Melorio, nel loro Storia dell’Italia corrott a (Rubbettino editore) ci consegnano non un ritratto del malaffare, ampiamente conosciuto, ma una anamnesi completa sulla genesi, la constituens del fenomeno. Non si occupano di ladri, delinquenti, esercenti viziosi del pubblico potere, ma di interpreti alternativi dello Staper una tangente di 14 milioni di lire dell’epoca), che lo stesso Stato venga “c or ro so” da queste forme organizzate e alternative, questi squadroni della morte economica, di un sistema così tenacemente inglorioso. Sales e Melorio non si occupano di raccomandati, di clientele, di piccoli e brevi sotterfugi. Sanno che il Paradiso non esiste, in Italia e altrove. Non misurano la quantità di corrotti, non troverete, cifra per cifra, tutto il mondo di mezzo o di sotto. TROVERETE invece, accanto a un riepilogo delle più nefaste incursioni predatorie, le tappe dell’edificazione di un quarto Stato: c’è quello ufficiale, poi c’è la Chiesa, poi le mafie, organizzate e dominatrici di intere fette di territorio. E infine, buon quarto, questo organigramma di pubblici ufficiali, burocrati, politici e imprenditori di ogni taglia, che compongono e ricompongono l’attitudine a svaligiare, alleggerire, deviare, destrutturare quel che si può. È uno squadrone della morte del bene comune, un sistema orizzontale che attraversa e si moltiplica. Mangia. Nell’immagine della bocca che si spalanca, delle fauci insaziabili, la corona dei piccoli e grandi misfatti che trovano in questo libro così puntuale, meticoloso nella sua disperata illustrazione, un compendio utile a farci capire non chi siamo ma perché stiamo così. Naturalmente le 320 pagine raccolgono quel che noi e i nostri avi abbiamo – a seconda dei punti di vista – seminato o disperso. Ogni età ha la sua tangente illustrativa, i 50 milioni di lire spesi per condizionare la cessione del Monopolio dei tabacchi ai privati (anno domini 1869), lo scandalo della Banca romana che vide implicato il capo del governo Francesco Crispi (1893, tangente per due milioni di euro di oggi), i soldi pagati per il risanamento di Napoli segnalati dall’in – chiesta Saredo del 1901. E poi, e poi, e poi... Non esiste fine, e questo è il problema. © RIPRODU