la Repubblica, 23 maggio 2019
Prima il cognome, poi il nome. Abe Shinzo
Il mondo chiama il leader cinese come tradizione mandarina insegna: prima il cognome, Xi, poi il nome, Jinping. Lo stesso fa con il presidente della Corea del Sud, Moon, cognome, Jae-in, nome di battesimo. Ora anche il Giappone chiede lo stesso trattamento, si direbbe lo stesso riguardo: che gli stranieri chiamino il suo primo ministro, e a scendere tutti i cittadini, adeguandosi all’usanza locale. Non più Shinzo Abe, all’occidentale, bensì Abe Shinzo, come si scrive in giapponese.
A chiederlo in maniera formale ai media internazionali è stato niente meno che il ministro degli Esteri Taro Kono. O a questo punto: Kono Taro. Confidando che i Giochi Olimpici del prossimo anno a Tokyo siano l’occasione giusta per invertire l’ordine di fattori.
Solo che non sarà facile. Perché è lo stesso Giappone che durante l’Era Meiji, quella in cui si è aperto al mondo, decise di adeguarsi ai costumi stranieri. Nei 150 anni che sono passati nome- cognome è diventato lo standard anche per i suoi cittadini, quando si firmano in caratteri latini. Vent’anni fa il Consiglio nazionale di linguistica, la Crusca di Tokyo, pubblicò uno studio in cui raccomandava il ritorno alla tradizione, ma la richiesta non sfondò né tra gli stranieri né tra i giapponesi.
La rilancia il governo nazionalista di Abe, per cui i simboli sono consenso: anche il nome della nuova era imperiale, Reiwa, è stato pescato per la prima volta da un testo classico della letteratura nipponica, anziché cinese. Ma le difficoltà della restaurazione sembrano le stesse, a giudicare dal dibattito su Wikipedia.
Sopra la voce Shinzo Abe appare un’etichetta che informa della richiesta pendente, «cambiate il titolo di questo articolo in Abe Shinzo». Nella pagina di discussione però i moderatori spiegano che l’enciclopedia «non obbedisce alle richieste dei governi. Se la maggior parte delle fonti iniziano a riferirsi a Abe-san come Abe Shinzo, si adeguerà». Decidendo poi che fare con tutti gli altri giapponesi illustri, dallo scrittore Haruki Murakami alla tennista Naomi Osaka.
Bisogna capire quanto il Giappone si impunterà e se i media internazionali lo asseconderanno o terranno duro, temendo di confondere i lettori. Il primo banco di prova è imminente, sabato arriva a Tokyo Donald Trump e l’alleato Shinzo Abe, o Abe Shinzo, gli ha preparato un programma di tutto riguardo: sumo, visita a una portaerei e ricevimento con il nuovo imperatore Naruhito. Per fortuna, quello non ha cognome.