ItaliaOggi, 23 maggio 2019
Periscopio
Fare la punta al piede prima di entrare. Dino Basili. Uffa News.Alfano andò prima al ministero dell’interno, poi degli esteri per la conoscenza di otto lingue, di cui sette morte, una, l’italiano, moribonda. Roberto Gervaso, Come stanno le cose. Mondadori, 2017.
La tv spenta è fantastica. Beppe Grillo, comico. (Pasquale Elia). 7.
Quello che non è sopravvissuto, ahimè, in Rai è il talk show. Se faccio un giro tra i canali ho la netta impressione che sia un morto che cammina. È la politica che non funziona. Fiacca, demagogica, urlata. Gestita da comprimari che si sentono tenori. Angelo Guglielmi, critico letterario. (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Mamma Roma, Mamma Rai, uniche sopravvissute alla moria di madri italiche, dalla lira alla Fiat, dalla Dc alla naia. Ma che ce frega ma che ce ’mporta se la città eterna sta visibilmente marcendo e la tv di Stato sembra un transatlantico arenato che, se non riprende in fretta il mare, rischia di trasformarsi in una carcassa da smembrare, come la sciagurata Costa Concordia. Carlo Verdelli, Roma non perdona – Come la politica si è ripresa la Rai. Feltrinelli, 2019.
Urbano Cairo, dopo aver fondato Cairo Comunication fu poi la volta dell’editoria, con l’acquisto della zoppicante Giorgio Mondadori che stampava riviste eleganti e patinate. «Adesso ho anch’io la mia Mondadori», telefonò faceto a Silvio con cui era rimasto in buona. Si buttò poi in quello che gli piaceva di più: i settimanali da anticamera del dentista. Nacquero Di Più e Diva & Donna, affidati a due geni di quel canone letterario, Sandro Mayer e Silvana Giacobini, strappati alla concorrenza. Il trucco era mettere in vendita i settimanali, con magnifiche storie di regnanti e dive, a 50 centesimi, perfetto rapporto qualità-prezzo. Giancarlo Perna. la Verità.
I più cari amici di mio padre erano preti. Però scomodi, come don Primo Mazzolari e padre Nazareno Fabbretti. Don Zeno Saltini, il fondatore di Nomadelfia, era spesso a pranzo da noi. Vedendo mia sorella Anna in culla, esclamò: «Bella fatica voler bene a questa! Bisogna voler bene a quelli che non si sono partoriti». Il cardinale Ersilio Tonini, che celebrò il funerale di papà, non ti abbracciava: ti prendeva la testa, la appoggiava sul suo petto e tu sentivi la pace che ti entrava nel corpo. Per me era un santo. Bice Biagi, giornalista, figlia di Enzo. (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Nel 1861, all’epoca dei plebisciti per l’unità, Napoli era la prima città d’Italia con 450 mila abitanti (Milano ne aveva 170 mila): Bari era un piccolo centro con 45 mila anime. Centovent’anni dopo, nel 1980, Napoli era arrivata a un milione e 200 mila unità, essendosi moltiplicata per tre; Bari si era invece moltiplicata per dieci, raggiungendo i 400 mila abitanti. Saverio Vertone, Viaggi in Italia. Rizzoli, 1988.
Il segreto della mia lunga unione con Sabrina Colle sta nel fatto che non facciamo l’amore dal 1999. Lei non ne sente l’esigenza, con mio grande sollievo. Nella mia apparente incontrollabilità, Sabrina detiene il controllo assoluto. Il potere sulle anime. È bellissima ma non ha quella volgarità che a me piace. Vittorio Sgarbi, storico dell’arte. (Aldo Cazzullo). Corsera.
Il re Idrìs era molto liberale e Tripoli una meraviglia, il cristiano stava accanto all’arabo senza nessun problema. Questa casa di Tripoli era un palazzo dei principi locali, i Karamanli: quando mio nonno lasciò il governatorato, mia madre la volle in eredità; amava molto soprattutto il giardino. Marina Cicogna. (Michele Masneri). Il Foglio.
È presumibile che la campane della chiesa dell’Ascensione fossero state espropriate senza indennizzo dai bolscevici per la fabbricazione di armi da artiglieria, restituendole quindi al luogo di provenienza. I cannoni che era stati recuperati dalla ritirata di Napoleone erano stati infatti fusi per farne le campane dell’Ascensione. E questi cannoni, a loro volta, erano stati forgiati a loro volta dai francesi dalle campane di La Rochelle, che, a loro volta,erano state forgiate dagli archibugi britannici conquistati durante la Guerra dei Trent’anni. Da campane e cannoni, e viceversa, ora e sempre nei secoli. Tale è il destino di questo minerale ferroso. Amor Towles, Un gentiluomo a Mosca. Neri Pozza, 2017.
I nostro soldati non sono dei tedeschi ma si battono. È vero che una divisione colta di sorpresa dopo lo sbarco è fuggita cosi velocemente davanti a Coriza, da meritarsi il nome di divisione «Scappa», ma non bisogna sopravvalutare questi episodi marginali. Non è il soldato italiano in complesso che manca ai suoi compiti, è il resto che non va. Siamo male armati, male equipaggiati, male riforniti di viveri, costretti ad arrangiarci alla meglio secondo il tradizionale costume italiano. Luigi Preti, Giovinezza, Giovinezza. Mondadori, 1964.
Con la primavera poi le acque del fiume si alzarono, allagando le golene: i banditi smisero le loro scorrerie e la vita dei villaggi, a poco a poco, ritornò normale: si rividero le donne per strada e inginocchiate presso i fossi, a lavare i panni; ripresero i giochi e le avventure dei ragazzi anche lontano da casa, in mezzo ai boschi; si risentirono nei campi le canzoni tristi e scadenzate dei risaroli e le paure dell’inverno impallidirono, svanirono come fantasmi al sole dell’estate. Sebastiano Vassalli, La Chimera. Rizzoli, 2014.
«I nostri medici hanno calcolato che se si avanti così, i prigionieri dei russi della Cuneese hanno ancora, in media, quindi giorni di vita» disse Dal Toso. «Dicono che alcuni, i meno denutriti, potranno forse arrivare a un mese». «Quanti sono i prigionieri in tutto il lager?». «Nessuno lo sa: chi dice venti, chi trentamila, ma è una cosa incerta. Ne arrivano ogni tanto di nuovi, adesso quasi solo ungheresi». Eugenio Corti, Il cavallo rosso. Edizioni Ares, 1983, 32ma edizione.
Nel suo apparire, Mussolini era più infantile di Cola di Rienzo, ch’era elegante e meno muscolare. Il Duce era rovinato dalla ginnastica con le molle. Cola: mascella oblunga. Mussolini: quadrata. Dopo l’otto settembre, e cinquant’anni di Alberto Sordi e cattolicesimi al potere, arriva Berlusconi. Serve agli uni perché il loro gregge possa continuare a odiare qualcuno. Agli altri per un voto di ripicca. Un’aria densa di dispetti vanifica ogni sentire. Geminello Alvi, Ai padri perdòno. Mondadori, 2003.
Le costruzioni ospedaliere moderne soffocano il vecchio monastero, ma una patina funerea di fuliggine ricopre e uniforma le nuove e antiche mura. Alberto Arbasino, Parigi o cara. Adelphi, 1995.
Le buone intenzioni non costano niente Roberto Gervaso. il Messaggero.