Porno, gadget e fantasia
La risposta, secondo l’indagine Bayer-Censis (che sarà presentata domani al Senato) è contenuta in una parola: «Sesso decomplessato». Dove, cioè, molto, anzi tutto, è lecito. E dove la sessualità si esprime non solo "attraverso il tradizionale amplesso", ma con "pratiche un tempo percepite come non ortodosse». L’80,7 per cento degli e delle intervistate afferma di praticare regolarmente sesso orale, il 33 per cento sesso anale, il 67 per cento la masturbazione reciproca senza arrivare al rapporto completo. E poi gadget, video, foto, fantasia e tecnologia, la ricerca del piacere esplora anfratti fino a ieri considerati proibiti, pericolosi, strani.
Il desiderio delle donne
«La rivoluzione, rispetto a vent’anni fa, è l’ingresso massiccio del porno nella vita di coppia», spiega Massimiliano Valerii, direttore del Censis. «La fruizione del porno è uscita dalla sfera del proibito per diventare il fulcro di pratiche molto diffuse nella sessualità quotidiana degli italiani. E il cambiamento dei costumi — aggiunge Valerii — si riscontra nel raffronto tra i dati di oggi e quelli di vent’anni fa. Quando soltanto il 37,5 per cento delle donne ammetteva, ad esempio, che sessualità e amore fossero separabili. Oggi lo pensano, invece, il 77,4 per cento delle femmine tra i 18 e i 40 anni». Insomma, questa specie di "Rapporto Kinsey" che svela, esattamente come l’indagine americana degli anni Cinquanta, la "scala" delle nostre preferenze sessuali, è un racconto della società italiana. Di certo più paritaria, almeno nella ricerca del piacere. Anche più solitaria però. E arretrata sul fronte della contraccezione. Soltanto il 21 per cento dei Millennials (maschi e femmine) afferma di aver utilizzato regolarmente pillola e profilattici durante i rapporti sessuali. E se a questo mancato uso di contraccettivi non è seguito né un baby boom, né un’impennata degli aborti, è proprio per quello che afferma il Censis. Nella sessualità fluida e alternativa di questi tempi, spesso il rapporto completo non più l’atto indispensabile.
Tanto eros, niente eros
Sessualità ai poli opposti però. Chi fa sesso ne fa tanto. Ma, al contrario, cresce l’esercito dei “no sex”. «Basta con la retorica dei Millennials che fanno poco sesso. Vent’anni fa faceva sesso tre volte la settimana il 36,9 per cento dei giovani, oggi è il 44,1». Molti affermano, poi, addirittura, di essere più contenti della propria vita erotica che della propria vita in generale. È però aumentata invece, soprattutto tra i maschi, la quota di chi non ha mai provato l’emozione del sesso. Casti. Per scelta o per caso.
Una vera contraddizione, sottolinea Loredana Cirillo, psicoterapeuta del gruppo Minotauro di Milano. «Da una parte, è vero, sono caduti i tabù sociali. Fin dall’adolescenza, ad esempio, ai ragazzi è consentito dormire a casa del fidanzato o della findanzata, mentre gli adulti sperimentano una molteplicità di pratiche sessuali che spesso non arrivano all’amplesso. Ma non andare fino in fondo, nasconde, in realtà, una paura della relazione, la paura cioè di concedersi totalmente all’altro. Questa libertà erotica, si traduce poi, purtroppo, quando si instaura una relazione stabile, in una notevole difficoltà nei rapporti sessuali». Un paradosso. Perché forse, alla fine, la cosa più estrema non è fare sesso, ma fare l’amore.